Il rimborso delle bollette fatturate a 28 giorni? Nonostante la delibera dell’Autorità sulle comunicazioni e le sentenze del Consiglio di Stato muoversi per ottenere da Tim, Vodafone, Fastweb e Windtre il giusto ristoro per una fatturazione che di fatto penalizzava il cliente con una “tredicesima” bolletta su base annua, è come inoltrarsi in un percorso a ostacoli.
Stando all’Agcom il rimborso dovrebbe essere automatico. Interpellata, l’Authority infatti così risponde “gli operatori Tim, Fastweb, Vodafone e Windtre devono provvedere alla restituzione senza che sia necessaria una richiesta da parte degli utenti interessati”. L’Agcom ricorda però che la delibera 269/19/CONS prevede anche la possibilità per gli operatori di offrire “soluzioni di compensazione alternative alla restituzione dei giorni erosi”, ma “solo se espressamente scelte dagli utenti, attraverso un consenso esplicito, dopo che sia stata loro fornita una informativa chiara e completa circa il fatto che tale scelta determina la rinuncia alla restituzione dei giorni erosi”.
Dunque l’Agcom è chiara: la restituzione deve avvenire in automatico. “L’operatore – afferma l’Authority – è tenuto a restituire il corrispettivo, senza che vi sia esigenza di una specifica richiesta” da parte del cliente. Cosa succede, in realtà? In realtà è l’utente che deve prendere l’iniziativa, compilando un modulo, cercando su Internet le home page delle aziende telefoniche o telefonando a un numero preciso.
Tim rinvia i clienti al numero telefonico 187 che, dopo vari tentativi falliti causa “intenso traffico” sulla linea, suggerisce di scrivere una raccomandata da inviare a Telecom Italia Spa, casella postale 111, cap 00054 Fiumicino (Roma) in cui si chiede il rimborso per la fatturazione a 28 giorni per il periodo dal giorno X al giorno Y e corredando il tutto con copia della carta d’identità e del codice fiscale fronte-retro.
Gli utenti di Wind Tre sono invitati ad accedere alla propria area clienti e compilare l’apposito form online.
Quanto a Fastweb, occorre andare su MyFastweb e cliccando sul link in fondo si accede alla pagina del rimborso. “Non c’è alcun modulo da compilare – precisa l’azienda – il cliente chiede il rimborso e gli viene accreditato sulla prima fattura utile”.
Quanto ai clienti Vodafone possono richiedere il rimborso accedendo alla pagina voda.it/fatturazionemensile, presente anche in homepage del sito Vodafone. Da qui il cliente accede a un modulo da compilare tramite il quale richiede la restituzione dei giorni erosi .
Insomma, l’iniziativa deve essere sempre e comunque del cliente, altro che rimborso automatico. E se il cliente non si attiva, per qualsiasi motivo, che fine fa il rimborso? Il cui importo, comunque, dovrebbe oscillare – secondo i calcoli delle associazioni dei consumatori – tra i 20 e i 60 euro, a seconda della data del contratto e dei servizi inclusi.
Una cifra che in ogni caso, moltiplicata per il numero di clienti, incide non poco sui bilanci delle aziende telefoniche, complessivamente – sempre secondo i calcoli delle associazioni dei consumatori – qualcosa come un miliardo di euro.
E forse proprio per questo le quattro più importanti aziende che operano in Italia hanno preferito ricorrere alla possibilità di proporre servizi alternativi al rimborso. E su questo fronte c’è un fiorire di offerte: la rateizzazione in 4 anni per l’acquisto di un tv con pagamento di 5 euro mensili in bolletta, un anno di abbonamento alle riviste digitali ma anche di cucina italiana, 6 mesi di gratuità dell’opzione per effettuare chiamate verso i numeri fissi di 60 destinazioni internazionali, giga gratuiti, sconti per l’acquisto di telefoni, e via ingegnando.
Attenzione, però. Alcune di queste proposte alternative hanno una scadenza e devono essere opzionate entro il 31 ottobre. E’ il caso, ad esempio, delle proposte Fastweb che ha previsto tre mesi di tempo (dal 31 luglio al 31 ottobre), “periodo che la società ha ritenuto essere idoneo e sufficientemente lungo per consentire a tutti i clienti interessati di richiedere le misure compensative. Fastweb è disponibile in ogni caso a gestire eventuali richieste che dovessero pervenire nei giorni immediatamente successivi al 31 ottobre”, è la puntualizzazione dell’azienda. Data del 31 ottobre cui fa riferimento anche Tim come termine per “attivare in promozione gratuita” alcune proposte alternative e compensative.
Insomma, cari utenti telefonici, datevi da fare. Ed è la stessa Agcom a indicare una possibile strada, quella della conciliazione, per la risoluzione delle controversie, che “può essere svolta a titolo gratuito e in modalità telematica dinnanzi al Comitato regionale delle comunicazioni (Corecom) competente per territorio mediante la piattaforma conciliaweb”.