Come difendersi dall’escalation di offerte aggressive per le bollette di luce e gas? L’Autorità sta preparando un’offerta standard in vista della piena liberalizzazione del mercato che scatterà a giugno 2018. Lo ha annunciato il presidente dell’Autorità per l’Energia, Guido Bortoni che ha presentato martedì mattina la sua relazione annuale in Parlamento. L’Autorità si occuperà a breve anche di rifiuti (il decreto è già stata varato nell’ambito della riforma Madia e ora è al vaglio del Parlamento) e cambierà nome: diventerà Arera (Autorità di regolazione per energia, reti e ambiente). La relazione, tutta concentrata sul 2015 ma proiettata anche sulle prossime scadenze, ha messo in evidenza che i consumi di energia sono ripartiti: +3,2%, tornando ad un livello analogo al 2013. Una vera e propria inversione di rotta grazie alla crescita del Pil dello 0,8% lo scorso anno e alle buone condizioni meteorologiche.
ADDIO ALLA TUTELA DI PREZZO
Nel 2018 la definitiva apertura del mercato libero per l’elettricità spazzerà via l’attuale sistema di tutela in cui è l’Autorità a definire il prezzo della luce per la grande maggioranza delle famiglie, oggi circa 20 milioni, mentre i restanti 10 milioni sono già passati sul mercato in concorrenza. Gli operatori non sempre brillano per correttezza delle proposte, come ha dimostrato la mega-multa da 14,5 milioni di euro inflitta dall’Antitrust ad Acea, Edison, Enel, Eni accusate di avere fatto offerte troppo “aggressive”. Come arginare dunque il rischio di un aumento delle controversie dopo la liberalizzazione.
L’Authority propone appunto l’offerta standard. Di che si tratta? “Si tratta di un pacchetto di clausole contrattuali vigilate dall’Autorità e che che sono difficilmente valutabili da parte del piccolo consumatore medio. Non riguardano il prezzo e non limitano la creatività del mercato libero stesso. Penso per esempio ai percorsi da seguire per il distacco delle forniture che rivestono aspetti tecnici, sconosciuti al normale cliente. Queste clausole saranno non derogabili da parte delle aziende. A fianco ce ne saranno altre modificabili, per esempio quelle sui tempi di pagamento 30, 60 o 90 giorni: qui la contrattazione tra cliente e operatore è possibile. Tuttavia, il pacchetto di proposte non derogabili e derogabili che comporrà l’offerta standard – ha concluso Bortoni – sarà a disposizione dei consumatori avranno comunque la possibilità di comparare al 100% almeno un’offerta standard di fornitura per ciascun venditore sul mercato libero”. La concorrenza in questo caso sarà solo sul prezzo.
Un ulteriore strumento per traghettare il consumatore verso il mercato sarà la tutela semplice che entrerà in vigore dal 1° gennaio 2017. In pratica si tratta di un sistema intermedio per rendere comprensibile al consumatore la struttura dei nuovi prezzi e che ingloba il contratto standard definito dall’Autorità. Chiunque potrà collegarsi su un apposito portale gestito dall’Acquirente Unico e trovare le proposte degli operatori che hanno aderito alla tutela semplice. Lì si potrà poi procedere all’acquisto come su un portale di e-commerce.
PROLIFERANO GLI OPERATORI
L’avvio della liberalizzazione ha già portato alla proliferazione di moltissimi operatori. Nell’elettricità il numero dei venditori è salito a 487 nel 2015 dai 450 del 2014 mentre sono 379 (da 342) nel gas. Non tutti danno le stesse garanzie di serietà e correttezza, è evidente, e questa pletora di venditori potrebbe complicare non poco la liberalizzazione prima dell’inevitabile consolidamento del mercato. Enel e Edison si confermano i principali venditori con quote di mercato rispettivamente del 33,7 e del 17,1 per cento ma mentre Enel è prevalente nel mercato della vendita alle famiglie (73,8%), Edison prevale per le aziende in media e alta tensione
UN MARE DI CONSUMATORI
Per capire quanto è importante il settore dell’energia basterebbe dire che solo l’elettricità interessa 37 milioni di consumatori complessivamente. Di questi, 29,7 milioni sono domestici (e Partite Iva) e 7,3 milioni sono non domestici (imprese, grandi e piccole).
La struttura dei prezzi è ancora iniqua: le famiglie pagano in media, 20,71 centesimi a kilowattora (oltre il 300% in più rispetto al costo dell’energia, il resto sono oneri aggiuntivi di sistema tra cui lo smantellamento del nucleare, gli incentivi alle rinnovabili, etc.), negozi e piccole imprese pagano 19,27 centesimi, le industrie (media tensione) 14,72 centesimi e le grandi industrie (alta tensione) 10,61 centesimi. La sintesi è che le famiglie con consumi bassi pagano di meno della media Ue: poi si scarica sulle bollette in peso di una forte progressività. Le industrie hanno pagato nel 2015 il 20% in più ma i valori finali non sono più i più cari d’Europa.
Per rimuovere alcune storture, l’Authority ha deciso un taglio delle tariffe di rete (trasmissione, distribuzione e misura) di 700 milioni nel 2015. Ma Bortoni ha chiesto a governo e Parlamento “ di affrontare la riforma complessiva degli oneri di sistema, prendendo in considerazione il trasferimento, anche parziale, del fabbisogno annuale sulla fiscalità generale”.
Nel gas, su circa 20 milioni di clienti il 36% è già sul mercato libero; sotto tutela rimane dunque il 64%, una proporzione di quasi 2 terzi, analoga a quella del settore elettrico.
Nel settore del Gas “la riforma varata nel 2012 dall’Authority – ha sottolineato Bortoni – ha consentito di ridurre del 20% in quattro anni il prezzo del gas (non della bolletta su cui pesano le tasse). I prezzi si sono allineati ai livelli europei, i contratti Take or Pay sono stati rinegoziati dagli operatori e non sono più una foresta pietrificata”.
ACQUA, RIPARTONO GLI INVESTIMENTI
Il 90% della popolazione italiana può ora contare su tariffe approvate dell’Autorità. Si tratta di 53,3 milioni di persone coinvolte. Ciò ha consentito di far ripartire gli investimenti sulle reti idriche, in un settore in cui “mancavano da decenni”, ha osservato Bortoni. In soldoni, si tratta di 5,8 miliardi pianificati per il quadriennio 2014-17.
INFRASTRUTTURE
Positivo il giudizio dell’Authority sul Tap, il gasdotto in via di realizzazione dall’Azerbaijan. Critico invece il giudizio sul raddoppio del gasdotto Nord Stream da parte di Gazprom sulle rotte baltiche russo-tedesche che fa solo l’interesse della Russia. “Se inteso frapporsi e sostituire l’hub meridionale – ha detto Bortoni – sarebbe un progetto politico che risponde a logiche di uno Stato membro, ma nient’affatto europee”. L’Italia invece, deve “mantenere la rotta stabilita con Bruxelles, percorrendo l’ultimo miglio della strategia con un rilancio di regole innovative che leghino a doppio filo la piattaforma sudeuropea con il Continente”.