Ci sono aziende che stanno scommettendo sulla svolta green come Snam, altre che investono sull’energia blu come Eni. C’è chi punta a supportare in maniera massiccia le piccole medie imprese come Intesa Sanpaolo e chi infine ha messo a punto prodotti per permettere ai risparmiatori di investire e sostenere l’economia reale italiana. Sono le diverse ricette messe in campo da molti Ceo di Piazza Affari, che all’inizio sono stati in prima linea per arginare gli effetti del Covid-19 e ora puntano su strumenti e strategie innovative per accelerare la ripresa del Paese.
TUTTO SUL VERDE…
Per Marco Alverà, amministratore delegato di Snam, sarà la svolta green della sua società a offrire un’occasione per la ripresa economica post coronavirus. Il ruolo centrale, per il Ceo, sarà riservato alle infrastrutture, volano di sviluppo e occupazione. Il focus di Snam è quello relativo a settori come energia, trasporti, idrico e sanità. “Ci sono 100 miliardi di investimenti, in gran parte privati, che si potrebbero sbloccare nei prossimi cinque anni che hanno un effetto moltiplicatore di circa tre volte, possono generare non meno di 300 miliardi di pil aggiuntivo, che si tradurrebbero in una crescita del 3% all’anno per 5 anni”, ha detto Alverà a DigitEconomy.24.
…E ANCHE SUL BLU
Il futuro per Eni invece ha un altro colore, quello blu. Lo ha spiegato in una recente intervista al Corriere della Sera il Ceo Claudio Descalzi sottolineando come l’azienda del Cane a sei zampe già nel 2015 abbia avviato la costruzione di impianti in grado di assorbire rifiuti organici. Sono i cosiddetti prodotti blu: elettricità blu, idrogeno blu, o il gas che Eni sarà in grado di produrre catturando la C02 e stoccandola in giacimenti esauriti. Il futuro più sostenibile sarà garantito dalla fornitura di prodotti come il biometano decarbonizzato che arriva dai biogas dell’agricoltura o dalle biomasse, non dal petrolio. Investimenti, quelli sull’eco-sostenibilità, alla portata di grandi aziende come Snam o Eni, ma più faticosi da fare per aziende di dimensioni inferiori, soprattutto nella complessa fase di ripartenza post coronavirus.
DENARO ALLE AZIENDE
In questo contesto si inserisce l’iniziativa di sostegno di Intesa Sanpaolo, che ha messo a disposizione 50 miliardi di euro di credito per l’emergenza. Risorse che includono sia nuove linee di credito della durata di 18 mesi, sia linee di credito già deliberate e rese disponibili come liquidità per cassa per affrontare la gestione dei pagamenti urgenti. “Oggi siamo in grado di aumentare ancora la liquidità a disposizione delle pmi, per superare l’emergenza e rilanciare il Paese”, ha commentato Carlo Messina, ceo di Intesa Sanpaolo, in merito agli stanziamenti dell’istituto.
BANCA GENERALI A SOSTEGNO DELL’ECONOMIA REALE
C’è infine chi punta a sostenere l’economia reale, avvicinando le imprese italiane a nuove fonti di finanziamento ma allo stesso tempo garantire alle famiglie e ai risparmiatori l’opportunità di rivolgersi a strumenti che proteggano gli investimenti dalle oscillazioni di mercato, generando al contempo benefici di lungo periodo che derivano dall’investimento nell’economia del proprio paese. È il caso di Banca Generali, che ha lanciato una serie di nuovi prodotti per famiglie e pmi, tra cui ad esempio BG4Real (proposto in sinergia con la società di gestione indipendente 8A+ Sgr), definito dal Ceo di Banca Generali, Gian Maria Mossa, “un vero e proprio ponte tra le esigenze delle famiglie di ricerca di valore nel lungo termine e la crescente domanda di credito”.
BG4Real in sostanza è un programma di investimento che consente al risparmio privato di investire in strumenti a supporto dell’economia reale, con benefici di protezione e decorrelazione dai mercati per i risparmiatori e nuove opportunità di finanziamento per le imprese. Per individuare le pmi in cui investire, Banca Generali ha dato vita a una rete di accordi esclusivi e relazioni finalizzata allo scambio di informazioni e alla condivisione di esperienze.
Stesso schema adottato con #Italianonsiferma, altro progetto che ha visto la Banca guidata da Mossa puntare sulle cartolarizzazioni grazie alla collaborazione con la società fintech Credimi. Quest’ultima, attraverso la sua piattaforma, ha analizzato le domande di credito e permesso l’erogazione dei finanziamenti. Il progetto è stato accolto bene dai risparmiatori, che lo hanno scelto anche per le garanzie offerte con la copertura per il 90% dal Fondo Centrale di Garanzia dello Stato e per il restante 10% da Generali. In questo modo è stata completata in poche settimane una prima emissione da 100 milioni di euro in favore delle pmi italiane. E a breve ripartirà per una seconda tranche che vedrà coinvolte anche importanti istituzioni del Nordovest come Fondazione Crt e Finpiemonte. Le ricette per la ripresa passano anche da qui.