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Bloody Pizza, a Napoli la Margherita diventa un cocktail

Dopo aver riprodotto il suo sapore in patatine, crackers, salatini vari e persino creato un gelato ad essa ispirato (su idea di Gino Sorbillo), la pizza diventa anche aperitivo. Per la precisione si liquefà, proprio come il sangue di San Gennaro in occasione del “miracolo” che si ripete tre volte l’anno, e diventa un cocktail.

La suggestiva e gustosissima trovata nasce ovviamente a Napoli dalla collaborazione tra lo staff della pizzeria Palazzo Petrucci e Lino Scarallo, chef dell’omonimo ristorante, una stella Michelin. “Un atto di amore per la nostra città e di rispetto per una tradizione sacra. Un nuovo modo di intendere il tempo della convivialità”, recita lo slogan sul sito ufficiale di Bloody Pizza.

E’ questo infatti il nome dato al nuovo cocktail, più che mai azzeccato perché richiama il più famoso Bloody Mary, anch’esso a base di pomodoro, come pure – per forza di cose – il nuovo aperitivo dedicato ad uno dei piatti più amati nel mondo.

Che da oggi, oltre ad essere mangiati, potranno anche essere “bevuti”. Il Bloody Pizza, che è un analcolico, si presenta così composto: passata di pomodoro (rigorosamente San Marzano, come per la vera pizza napoletana), emulsione di mozzarella di bufala, struffoli croccanti di pasta di pizza, gocce di riduzione al basilico e anche foglie di basilico fresco a decorare il bicchiere.

L’omaggio, come detto, è dunque triplice: alla pizza, al santo patrono di Napoli ma anche al quasi omonimo Bloody Mary, inventato quasi un secolo fa dall’attore George Gessel, che ebbe l’idea di mescolare vodka e succo di pomodoro.

Il cocktail fu poi perfezionato dal bartender francese Fernand Petiot, dell’Hotel St Regis di New York: il nome è dedicato alla cinquecentesca regina inglese Maria Tudor, soprannominata appunto Bloody Mary, Maria la Sanguinaria, per la sua crudeltà, avendo fatto giustiziare almeno trecento oppositori religiosi tra cui Thomas Cranmer, arcivescovo di Canterbury.

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