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BLOG ADVISE ONLY – Investimenti azionari: il settore biotech crescerà ancora o è in bolla?

Il settore biotech in questi anni ha subìto una vera e propria evoluzione passando dall’essere considerato come un settore di nicchia accessibile solo a pochi esperti a essere parte integrante della nostra quotidianità, con smartphone e smartwatch che registrano i nostri battiti cardiaci a ogni minimo movimento e raccolgono dati preziosi per la ricerca medica.

Le biotecnologie negli ultimi anni hanno avuto una crescita esponenziale, non solo a livello di conoscenze acquisite, ricerche e prodotti ma anche a livello di valutazione di mercato, al punto tale da risultare il miglior settore del mercato per 5 anni di fila (lo è pure per il 2015, finora).

Reduci dalle dot.com degli anni 2000, la domanda che ci si pone sempre in questi casi, è: siamo davanti a una bolla speculativa che sta per scoppiare?

Una rapida analisi di Marshall Gordon, analista del settore Healthcare sulle large cap (le imprese ad alta capitalizzazione del settore) sottolinea come i P/E delle imprese negli anni 2000 fossero ben più alti rispetto a quelli odierni e, in molti casi, le stesse società erano incapaci di realizzare utili dal momento che la ricerca non portava a nulla di effettivamente concreto. Oggi la situazione risulta essere diversa in quanto la crescita degli utili è definita grazie al rafforzamento strutturale e ai tangibili risultati che diverse compagnie stanno ottenendo, aiutate anche da numerose approvazioni da parte dell’FDA per nuovi farmaci e trattamenti.

Tabella su FIRSTonline.info

Siete interessati al settore? Ecco due interessanti strumenti finanziari che potrebbero fare al caso e al portafoglio vostro.

2 ETF per investire nel biotech

Un primo ETF che possiamo prendere in considerazione è l’SPDR S&P Biotech (codice ISIN US78464A8707) che ha l’obiettivo di replicare la performance dell’S&P Biotechnology Select Industry Index. La strategia è molto semplice: almeno l’80% del fondo è investito in società dell’indice, assicurando in questo modo una buona replica del benchmark.

Il  secondo ETF oggetto di analisi è l’iShares Nasdaq Biotechnology (codice ISIN US4642875565), il cui scopo è replicare fedelmente l´andamento dell´indice azionario statunitense Nasdaq Biotechnology. Il fondo concentra i propri investimenti in società impegnate principalmente nella ricerca per la scoperta o lo sviluppo di nuovi cure per le malattie.

Attraverso questa semplice tabella possiamo mettere a confronto i rendimenti degli ETF presi in considerazione, dei relativi benchmark di riferimento, dell’indice S&P500 e dell’indice Nasdaq.

I due ETF considerati sono stanzialmente molto simili tra di loro. Entrambi investono in società americane di uno specifico settore quindi l’effetto di diversificazione del fondo sottostante è molto limitato (il nostro indicatore di rischio si attesta sui 41,1/100). Se invece siete preoccupati circa la liquidità del titolo, potete stare abbastanza tranquilli, in quanto il nostro indicatore di liquidità ha un valore di 59/100 per entrambi gli strumenti, quindi in caso di smobilizzo improvviso dell’investimento non avrete grossi problemi a vendere lo strumento sul mercato.

Come è andato il settore biotech?

Come già accennato in precedenza, il settore è andato meglio sia rispetto al mercato generale (rappresentato dall’indice S&P 500), sia rispetto al mercato dei titoli tecnologici di diversi settori (rappresentato dall’indice Nasdaq), fino a toccare in due anni una crescita a ben tre cifre (ovviamente replicata anche dai due ETF che abbiamo preso in considerazione). Degna di nota è sicuramente stata la capacità da parte del biotech di reggere a questi ultimi tre mesi di nervosismo dei mercati e di riuscire ad ottenere una buona  performance positiva.

Ovviamente stiamo sempre parlando di attività finanziarie che hanno un loro profilo di rischio, quindi è immediato chiedersi quali siano i principali rischi degli investimenti nel settore biotech.

I rischi del settore biotech

  • Il settore biotech, sottoinsieme del settore Healthcare, è formato essenzialmente da società la cui attività e l’andamento dei ricavi (e quindi la capacità dell’azienda di essere profittevole) possono dipendere anche solamente dal successo o meno di un farmaco. I rischi in comune con il settore farmaceutico sono legati alla concorrenza dei farmaci generici, alla limitata diversificazione delle fonti di ricavo e alpossibile irrigidimento burocratico da parte delle autorità. E’ proprio per questo motivo che è preferibile investire in un ETF piuttosto che in una singola azione soprattutto in un’ottica di diversificazionedel proprio portafoglio.
  • In comune invece con il settore delle tecnologie vi è l’elevata volatilità dei titoli.
  • Un rischio da tenere sempre a mente, poichè stiamo investendo in strumenti in valuta americana, è ilrischio di tasso di cambio: l’eventuale deprezzamento del dollaro americano, per ora non ritenuto possibile dal mercato, potrebbe ridurre l’effettivo rendimento.

È innegabile che il settore biotech debba essere considerato come un settore Growth, caratteristica che eredita dal settore della tecnologia, con alte aspettative ed elevate valutazioni che sono supportate, in questo caso, da una concreta possibilità di crescita. Per questi motivi, potrebbe essere interessante per diversificare il portafoglio.

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