Se ne sta parlando poco, ma ormai non manca molto alla sospensione delle procedure di sfratto per immobili abitativi e non, che il Decreto Cura Italia aveva inizialmente concesso fino al 31 agosto e che poi il DL Agosto aveva prolungato fino al 31 dicembre. La ratio dei provvedimenti che si sono succeduti in questi mesi di emergenza sanitaria ed economica era quella di proteggere le famiglie in difficoltà, evitando loro di essere sfrattate dal proprio domicilio proprio nel bel mezzo di una pandemia.
E’ dunque da marzo che chi si è trovato a non poter pagare l’affitto (ma anche chi aveva in carico provvedimenti esecutivi già da prima del Covid) ha continuato a poter occupare la casa dove vive, a discapito dei proprietari di casa che rappresentano l’altra faccia della medaglia della crisi, visto che molti di loro hanno investito in un immobile come fonte di sostentamento. Ora il Parlamento è a un bivio: concedere altro respiro ai locatari in difficoltà, come propenderebbero alcune forze di maggioranza, in particolare il Movimento 5 Stelle ma non Italia Viva, oppure riconoscere i legittimi diritti ai proprietari di immobili, come sollecita invece la Lega?
La questione sarà decisa entro pochi giorni, sicuramente prima delle festività natalizie, e la partita si gioca su due fronti. Il primo è quello della conversione in legge del Ristori 4: il provvedimento è proprio in questi giorni all’esame delle Commissioni Finanze e Bilancio del Senato, che in teoria dovrebbero approvare o respingere gli emendamenti entro sabato 12 dicembre. Tra questi emendamenti ce ne è uno, il cui primo firmatario è il deputato Emanuele Dessì del Movimento 5 Stelle, che propone la proroga del blocco degli sfratti fino al 31 marzo 2021: significherebbe un anno di tempo complessivo, dall’inizio dell’emergenza, concesso agli affittuari morosi.
Questa eventualità ha subito fatto insorgere i piccoli proprietari di casa: 400 di loro hanno persino scritto una lettera al presidente della Repubblica Sergio Mattarella, denunciando l’ennesima proroga come “un salvacondotto per gli inquilini disonesti, approfittatori e in alcuni casi persino benestanti (e che addirittura in alcuni casi godono di sussidi statali), che perciò è totalmente priva di giustificazione morale e legale”.
In commissione il centrodestra promette bagarre, e gli stessi relatori del testo (per la Commissione Finanze Mauro Maria Marino di Italia Viva e per la Commissione Bilancio Vincenzo Presutto dei 5 Stelle) hanno fatto intendere, secondo quanto è venuto a sapere FIRSTonline, che la norma ha buone possibilità di essere accantonata. Nel frattempo però la partita, sulla quale vigila attentamente Confedilizia, l’organizzazione storica dei proprietari di casa, si sta spostando su un altro fronte, questa volta aperto dal Partito Democratico: quello della Legge di Bilancio.
Una norma del genere poco avrebbe a che fare con una manovra finanziaria, ma come spesso accade è possibile che nel calderone di articoli ed emendamenti si trovi spazio anche per la proroga del blocco degli sfratti, magari sotto la voce “Incentivi ed agevolazioni”. La proposta di aggiunta dell’articolo 70 bis, presentata da esponenti del Pd, chiarisce sin dal titolo (“Misure in materia di procedure di sfratto ed incentivi e agevolazioni alla rinegoziazione dei canoni di locazione abitativi e ad uso diverso dall’abitativo”) che l’obiettivo in questo caso è duplice: bloccare gli sfratti e calmierare gli affitti.
Leggendo il testo che verrà discusso ed eventualmente approvato entro una decina di giorni, sicuramente prima di Natale, si nota però che in questo caso non si tratterebbe di una proroga tout court, bensì legata ad una autocertificazione attestante il calo del reddito familiare o di impresa di almeno il 50% rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente, oppure nel caso in cui l’incidenza del canone di affitto risulti superiore al 30% del reddito. In questi casi il conduttore avrebbe il diritto di chiedere un accordo al proprietario per rinegoziare il canone, e in caso di mancato accordo potrebbe adire le vie legali.
In caso di procedura di sfratto per morosità, recita il comma 3 dell’articolo 70 bis, “la presentazione di tale domanda autocertificata comporterà la sospensione del procedimento per un periodo non inferiore a 90 giorni”. Insomma, di fatto un’altra proroga di 3 mesi, in modo che, anche qualora il blocco degli sfratti terminasse il 31 dicembre, per l’esecuzione se ne parlerebbe non prima di aprile.
Nelle ultime ore è spuntata, infine, anche una terza ipotesi: un emendamento presentato da Leu (articolo 9 bis del DL Ristori) suggerisce di collegare la proroga degli sfratti per morosità al programma nazionale “Next Generation Italia – Piano nazionale per l’abitare sostenibile, la rigenerazione urbana e l’inclusione sociale”, utilizzando dunque dei fondi per riconoscere ai proprietari di immobili un ristoro (da richiedere all’Agenzia delle Entrate, che provvederebbe entro 30 giorni). In compenso l’esecuzione dei provvedimenti di rilascio degli immobili verrebbe sospesa fino al 30 giugno 2021.