E’ ancora polemica sul blocco degli sfratti, un problema che ormai si trascina da quasi un anno e mezzo a causa della pandemia. La misura, voluta dal precedente governo e confermata da questo, era inizialmente giudicata sacrosanta per dare respiro alle famiglie e alle imprese in crisi, ma sta diventando sempre più impopolare perché penalizza fortemente i proprietari di immobili, anche quelli piccoli che sono a loro volta in difficoltà a causa del Covid e delle mancate entrate delle locazioni. Inizialmente il blocco alle esecuzioni di sfratto doveva concludersi alla fine dell’estate 2020, poi con vari rinvii si è arrivati, con il decreto Milleproproghe dello scorso gennaio, a prorogarlo fino al 30 giugno di quest’anno. Ora però il decreto Sostegni 1, con un emendamento presentato dalla Lega, ha concesso ulteriore tempo agli inquilini morosi: fino al 30 settembre 2021 per i provvedimenti di rilascio emessi dal Tribunale tra il 28 febbraio e il 30 settembre 2020; fino addirittura al 31 dicembre 2021 per i provvedimenti di rilascio adottati dal 1 ottobre 2020 al 30 giugno 2021.
Insorge Confedilizia, rilevando che “sebbene la ratio della norma fosse quella di distinguere tra le situazioni precedenti al Covid e quelle successive, non ha affatto raggiunto quel risultato, perché è evidente che un provvedimento di rilascio arrivi al culmine di procedimenti giudiziari che di solito sono molto lunghi, e che quindi anche se emesso nel 2020 può tranquillamente essere riferito a morosità precedenti”. Al momento, per coloro che hanno ricevuto l’esecuzione dello sfratto prima del 28 febbraio 2020, è dunque confermata la scadenza del blocco al 30 giugno: dal 1° luglio gli sfratti potranno essere eseguiti. Confedilizia chiede però che la deadline del 28 febbraio, che coincide con l’inizio della pandemia, venga posticipata di qualche mese: “Magari a settembre 2020”, spiegano dagli uffici della storica associazione che rappresenta i proprietari di casa dal 1883, e che ora continua a fare pressione sui tecnici del ministero della Giustizia per modulare una norma che sembra davvero sbilanciata a favore degli inquilini morosi.
La prossima tappa di questa lunga e dolorosa vicenda si avrà in sede di discussione del decreto Sostegni Bis, appena pubblicato in Gazzetta Ufficiale e che nei prossimi giorni passerà all’esame del Parlamento: la speranza di Confedilizia e dei proprietari di casa è di confermare l’esecutività degli sfratti al 1° luglio per tutti i casi effettivamente precedenti e non legati alla pandemia. Mentre per quelli più recenti, oggettivamente condizionati dalla crisi, non pare illegittimo concedere ulteriore tempo.