Toccherà al premier Mario Draghi provare lunedì a rimediare al grosso pasticcio che il ministro del Lavoro, Andrea Orlando, ha combinato sul blocco dei licenziamenti. A fatica il Governo e le parti sociali avevano concordato la fine del blocco e l’uscita morbida in due tappe dal congelamento dei licenziamenti avviato all’inizio della pandemia ma che tutti ritengono che non possa durare all’infinito, salvo penalizzare le imprese sane e tenere artificiosamente in vita quelle tecnicamente fallite.
Ma con un blitz a sorpresa Orlando ha cambiato le carte in tavola alla vigilia dell’ultimo Consiglio dei ministri facendo inserire nel decreto Sostegni bis la proroga del blocco fino alla fine di agosto. Apriti cielo. La Confindustria si è ritenuta beffata da Orlando e il titolo d’apertura del Sole 24 Ore di oggi non lascia spazio agli equivoci: “Licenziamenti, l’inganno di Orlando”. Proprio le tensioni scatenate dal colpo di mano del ministro del Lavoro hanno di fatto bloccato la pubblicazione in Gazzetta Ufficiale dell’attesissimo decreto Sostegni bis, che stanzia 40 miliardi per dare respiro all’economia italiana in vista dell’uscita dalla pandemia.
La mossa di Orlando, il ministro vicino all’ala massimalista del Pd (quella che, sotto la guida dell’ineffabile Goffredo Bettini, si battè ingloriosamente al grido di “O Conte o morte”), volta tra l’altro le spalle al decreto Sostegni 1 appena approvato dal Parlamento che prevedeva una doppia uscita dal blocco dei licenziamenti e dalla cassa integrazione-Covid gratuita: al 30 giugno per la manifattura e l’edilizia e dal 31 ottobre per tutti gli altri settori e principalmente per terziario e Pmi. Una soluzione avallata anche dal premier Mario Draghi che domani riprenderà in mano la spinosa questione.
Il blitz del ministro del Lavoro prevede, al contrario di quanto concordato e approvato dal Parlamento, due novità: 1) se un’impresa chiede la cig Covid-19 entro fine giugno, si vede prorogare il blocco dei licenziamenti fino al 28 agosto; 2) dal primo luglio se un’impresa utilizza la cassa integrazione ordinaria non paga le addizionali ma non può licenziare mentre usa la cassa.
Ora Confindustria lamenta l’inapplicabilità della nuova norma e soprattutto censura il fatto che così si mette in discussione la certezza del diritto mentre la riforma degli ammortizzatori sociali e l’avvio delle politiche attive del lavoro languono. Lo dice chiaramente sul Sole 24 Ore il vicepresidente di Confindustria, Maurizio Stirpe, secondo il quale lo slittamento a fine agosto del blocco dei licenziamenti “è sbagliato nel merito ma anche nel metodo” e manda in crisi “l’affidabilità dei rapporti tra noi e il ministro”. Per Stirpe il ministro del Lavoro continua “ad assecondare chi strilla di più e chi fa più paura, come una parte del sindacato. Ma non è la strada giusta” perchè è un modo di fare politica che insegue il consenso anzichè risolvere seriamente i problemi, che richiederebbero di affrontare finalmente la riforma degli ammortizzatori sociali e delle politiche attive del lavoro.