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Black Friday e pagamenti digitali: Alibaba sfida Amazon

Alibaba ha fatto le prove generali della grande sfida ad Amazon nel “Singles’ day” dell’11 novembre, includendo outlet e centri di immagazzinamento e consegna.

Black Friday e pagamenti digitali: Alibaba sfida Amazon

Il venerdì che segue il Giorno del Ringraziamento negli Usa, tradizionalmente il terzo venerdì di novembre, è diventato globalmente il “Black Friday“, un giorno dedicato agli acquisti a sconto che, nell’era della rivoluzione digitale, da qualche anno si prolunga sino al Cyber Monday seguente. Sì, perché gli acquisti di beni ad alta tecnologia la fanno da padrone, affiancati da un utilizzo crescente degli acquisti tradizionali in negozio e via internet, questi ultimi moltiplicatisi esponenzialmente grazie all’evoluzione dei pagamenti digitali.

Così sempre più spesso vengono organizzati eventi di intrattenimento che, nella strategia del colosso delle vendite online cinese Alibaba, diventa anche un gigantesco contenitore di musica e video con un taglio commerciale globale, ma dedicato alle vendite al dettaglio via piattaforma B2C.

La prova generale per mettere in guardia il competitor Amazon sull’imminente duello per il Black Friday è stata fatta l’11 novembre (11/11) con il cosiddetto “Singles’ Day”, un giorno di shopping dedicato ai single che ha generato vendite per oltre 25 miliardi di dollari Usa, pari a circa il doppio delle vendite complessive Usa 2016 della 4 giorni del Black Friday e che ha fatto registrare un balzo del 39% nei volumi, battendo le stime degli analisti di Citigroup al 30%, trascinando le quotazioni azionarie di una ottantina di marchi famosi tra i quali Nike, Xiami e Uniqlo.

Dall’aragosta all’Iphone scontato, la peculiarità delle transazioni ha rappresentato un terreno di prova sul quale riflettere. Infatti, le transazioni provenienti da 225 Paesi sono state effettuate con la piattaforma retail Tmall per il 90% da smartphone e, nel picco di richieste, sono state processate 256 mila operazioni di acquisto al secondo.

L’appuntamento per lo shopping sfrenato in salsa cinese, che ha visto la prima edizione nel 2009 ed è voluto fortemente dal fondatore di Alibaba, Jack Ma, punta a essere anche un antidoto ad un altro stereotipo tutto made in Usa, quello del giorno di San Valentino. Ma soprattutto è stato un modo per testare l’inclusione degli outlet e degli altri negozi al dettaglio che sono stati coinvolti, almeno 100 mila Smart Store, anche come centri di immagazzinamento e consegna e che sono connessi attraverso una app che si chiama Ling Shou Tong (tradotto “connessione al dettaglio”).

Se il fondatore di Amazon, Jeff Bezos, con l’acquisto di Whole Foods Market ha implementato la catena al dettaglio, Jack Ma risponde colpo su colpo: entrambi impegnati a creare un nuovo concetto di vendita al dettaglio collegata alle case madri all’ingrosso e con un nuovo concetto di servizio al cliente, compreso il robot-aiutante in negozio e liste spese digitali scaricabili.

Questo ulteriore sviluppo del business aiuta Alibaba a essere capillare e a moltiplicare le tipologie di servizi e forniture tramite catene di supermarket come Hema, Intime, sino alla catena Cainiao Smart Logistics, acquisita a prezzo di svendita perché non più profittevole da tempo.

Una sorta di circuito virtuoso di questa era Industry 4.0 del pesce grande, che dopo essersi mangiato il pesce piccolo capisce che ne deve favorire lo sviluppo e la riproduzione se vuole sopravvivere…Finché il gioco non imploderà, con buona pace dei Partito unico che, osservando il fenomeno, pare non ammettere insuccessi in un momento di forte impegno alla messa in sicurezza e monitoraggio stretto dei flussi valutari e commerciali del Paese.

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