I prezzi della benzina in calo sotto la soglia dei quattro dollari al gallone, il livello gradito alle tasche delle famiglie Usa. È il segnale più evidente che l’inflazione sta finalmente scendendo. Un’ottima notizia alla vigilia del Black Friday, il giorno magico delle spese in cui prende il via il grande shopping di Natale, ovvero la grande festa dei consumi che restano il propellente principale dell’economia americana. Non a caso la corsa alle spese va a braccetto con l’appeal di Wall Street che da sempre vive a fine anno uno dei suoi momenti migliori, destinato a culminare con la tradizione rally di Santa Claus.
Wall Street e il rally di Santa Claus
“Il termine – spiega Ben Laider di eToro – è stato coniato nel 1972 e inizialmente si concentrava sul piccolo numero di giorni intorno alla fine dell’anno e all’inizio del successivo. Da allora si è ampliato, in parte perché gli investitori lo hanno sempre più anticipato. Non solo. “Ormai si può parlare anche di un effetto genio. È anche associato “all’effetto gennaio” visto l’arrivo di nuovi investitori all’inizio dell’anno. Il denominatore comune è il riposizionamento degli investimenti in vista di un nuovo anno”.
Il fenomeno promette di ripresentarsi più forte che mai, dopo un anno particolarmente positivo. “Stavolta la tendenza potrebbe essere particolarmente forte. Con i livelli di liquidità degli investitori istituzionali elevati e le prospettive di riduzione dei tassi di interesse e di ripresa degli utili per il 2024”.
Inflazione in calo nel settore energia, ma la lista della spesa è ancora in ascesa
Non tutti gli americani pensano ad investire in questo finale d’anno. Non corrono tempi buoni per le centinaia di migliaia di laureati che con l’anno nuovo dovranno riprendere i pagamenti per i prestiti ottenuti, a caro prezzo, per finanziare i propri studi. E il calo dell’inflazione si concentra peraltro nel settore energia. Ma la lista della spesa, non solo in Usa, è ancora in ascesa, come dimostra ad esempio lo studio di Bloomberg dedicato al Regno Unito che pure registra questo mese un robusto calo dei prezzi. Ma non per quel che riguarda il breakfast: Certo, burro e caffè costano di meno ma lo stesso non vale per le uova (balzate intanto a prezzi d’affezione negli Stati Uniti), la pancetta affumicata, il pane, i pomodori, i funghi coltivati, il latte ed il té. Il tutto per una maggior spesa del 7% ogni volta che si entra in un supermercato. Un indice efficace, quello della colazione, più efficace e veritiero del vecchio “Mc Dinald index” che non fotografa l’evoluzione dei gusti del pubblico.
Black Friday: gli statunitensi si preparano a spendere quasi 1 miliardo
Si spiega anche così la parsimonia delle famiglie al termine di un anno buono. Quest’anno, calcola il Wall Street Journal, gli americani verseranno nelle casse elettroniche di Amazon e in quelle altrettanto capienti di Wal-Mart qualcosa come 966,6 miliardi di dollari, ovvero il 4% in più di di dodici mesi fa quando l’incremento posto pandemia era stato più del doppio.
Confermano la tendenza i conti di Target, il primo dei giganti del retail ad aver pubblicato i conti a tutto ottobre. Nei tre mesi al 28 ottobre le vendite su base comparabile sono calate del 4,9%, ma i risparmi nella gestione sono stati sufficienti a garantire un balzo del titolo del 17% circa.
Spendere meno, risparmiare di più
Wall Street si prepara così ad accogliere una buona parte del fiume di denaro in arrivo nelle tasche degli americani, più solide dopo gli aumenti salariali spuntati da molte categorie. Ma che, dopo anni di austerità forzata, sono accolti con un certo scetticismo, come dimostra l’andamento del voto nelle fabbriche di Detroit dopo gli aumenti del contratto. In diversi stabilimenti chiave, come quello di Flint di Gm, il sì al contratto è passato a stento. Altre roccaforti operaie hanno detto non all’intesa che recupera solo in parte i tagli alla previdenza accettati negli anni bui.
Anche il Wall Street Journal, il quotidiano simbolo del capitalismo Usa, evita i toni trionfali: il bonus natalizio sarà speso nel modo migliore solo da chi saprà approfittare degli sconti, sia online che nei grandi magazzini praticati domani, nel giorno d’avvio delle vendite. Ma, almeno per chi può, il consiglio del WSJ quest’anno è assai poco americano: spendere meno, risparmiate di più. È anche il tempo di approfittare dei tassi alti: e di spuntare buoni interessi in banca: Senza farsi infinocchiare dalle lusinghe delle carte di credito che, in certi casi, comportano costi aggiuntivi anche del 30 %. In parte giustificati dal forte aumento della morosità
Dicembre: il mese più forte per le azioni
Meglio, dunque, dedicare il Natale alle buone azioni. “Dicembre – conclude Ben Laidler – è di solito il mese più forte per le azioni, con novembre a ridosso (vedi sotto). Dicembre ha un rendimento medio dell’1,8% a livello globale. Si tratta di oltre un quinto dei rendimenti medi annuali degli ultimi 50 anni”. E non è un fenomeno solo Usa: “L’analisi dei 15 principali mercati mostra che i rendimenti più bassi di dicembre sono quelli dell’IBEX spagnolo (0,5%) e del CAC francese (1,2%). Mentre il dicembre migliore è tipicamente quello dell’Hang Seng di Hong Kong (3,0%) e del Ftse 250 del Regno Unito (2,7%)”. Anzi, “Il rally di Babbo Natale è stato solitamente più forte al di fuori degli Stati Uniti, con una media dell’1,7% per lo S&P 500 inferiore alla media globale”.