Bitcoin, fuga da New York. Dopo che le autorità Usa hanno messo in evidenza i rischi legati alle transazioni di questo tipo, le società che fanno uso di moneta virtuale potrebbero andarsene oltreconfine.
Lanciato nel 2009, il bitcoin è una valuta che esiste solo online. E il web è il posto in cui può essere scambiata con denaro vero o usata per fare acquisti di beni e servizi. Il problema è che la moneta in questione non è regolata da nessun governo.
“Se l’esecutivo e le forze dell’ordine adottano comportamenti imprudenti, questo potrebbe rendere difficile il rapporto con il settore del bitcoin”. La minaccia di Patrick Murck, della Fondazione Bitcoin, non è nemmeno troppo velata.
Murck ha parlato di fronte a una commissione del Senato Usa sulle monete virtuali. Evocando i pregiudizi contro la novità bitcoin e le parole di chi voleva collegare la moneta virtuale al rischio narcoterrorismo, Muck ha detto che “dichiarazioni del genere, totalmente irresponsabili, pronunciate dalle autorità rendevano probabile la fuga delle imprese che usano i bitcoin verso Paesi più accoglienti”.
Murk ha poi auspicato un “miglioramento dei toni e del tenore delle dichiarazioni di responsabili del governo e dirigenti bancari”. Il “bitcoin non è un sistema magico per effettuare transazioni illecite”, ha precisato dopo la chiusura da parte dell’Fbi di un sito, Silk Road, in cui si poteva comprare e vendere droga in moneta virtuale. “Il bitcoin va ben al di là di Silk Road – si è difeso – La questione è semmai capire se l’economia della moneta virtuale sarà integrata con i servizi finanziari americani e genererà lavoro e crescita o se l’economia del bitcoin emigrerà, assieme ai posti di lavoro e all’innovazione”.
Mythili Raman, rappresentante del dipartimento della Giustizia, ha fatto notare che una “crescita” di queste valute “si accompagnerà a una crescita delle transazioni illegali” e ha invitato a una maggiore “vigilanza”.
In una lettera al Senato a settembre di quest’anno, l’allora presidente della Federal Reserve Ben Bernanke ha avvertito che queste innovazioni potrebbero “comportare dei rischi” ma anche essere promettenti “a lungo termine” grazie al loro sistema di pagamento “più rapido, sicuro e efficace”.
Più severo il giudizio del dipartimento per la Sicurezza interna, che in un’altra lettera ha sottolineato il “bisogno di un comportamento aggressivo” contro le monete virtuali.
I funzionari del governo hanno ricordato davanti alla commissione del Senato che un’altra valuta virtuale, la Liberty Reserve, creata nel 2006, è stato il mezzo per la più grande operazione di riciclaggio nella storia degli Stati Uniti (6 miliardi di dollari). La piattaforma di pagamento permetteva di inviare, senza lasciare traccia, il denaro non importa di chi né dove. Ernie Allen, presidente dell’organizzazione contro la pedofilia International Centre for Missing & Exploited Children, ha ricordato che “la pornografia infantile è stata creata e sviluppata usando moneta virtuale”.
Ma non tutti guardano al bitcoin come al diavolo. Questa estate, la Germania lo ha riconosciuto come moneta. E così Berlino ora è in grado di tassare le transazioni di moneta virtuale. Per la cronaca, nel mondo ci sono in circolazione circa 1,5 miliardi di dollari in bitcoin.
Come tutte le novità, i bitcoin viaggiano in bilico tra l’entusiasmo e le inevitabili fregature. La valuta elettronica a Wall Street va oltre i 540 dollari, ossia più del 500% rispetto agli inizi di ottobre. Dopo peraltro aver toccato, sempre oggi, i 619 dollari.