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Bitcoin, la bolla sta scoppiando? Che cosa rivela la brusca caduta del prezzo

La forte caduta del prezzo del Bitcoin avvenuta tra il 30 gennaio e il 2 febbraio fa pensare che la principale criptovaluta abbia perso il supporto e possa preludere allo sgonfiamento della bolla speculativa montata negli ultimi mesi – Le compravendite guidate dal trading automatico basato su algoritmi matematici può accelerare l’aggiustamento

Bitcoin, la bolla sta scoppiando? Che cosa rivela la brusca caduta del prezzo

Quasi tutti gli esperti hanno detto negli ultimi mesi che quella del Bitcoin è una bolla speculativa. Perciò il recente andamento a montagne russe del prezzo della principale criptovaluta non può stupire più di tanto. La domanda vera è se la bolla stia scoppiando oppure no. I fixing dei giorni scorsi danno segnali, seppur non univoci, che lo sgonfiamento si potrebbe realizzare anche in tempi brevi. Lasciando ad altri il compito di approfondire pro e contro del Bitcoin (cfr. ad esempio i tre contributi pubblicati da Francesco Marchionne su First nelle scorse settimane sull’inflazione da criptovalute, il lato debole della moneta virtuale e le sue cinque qualità), mi concentrerò sugli andamenti congiunturali del suo prezzo.

È utile ricordare che ancora all’inizio di dicembre 2017 il prezzo del Bitcoin era sui 10.000 dollari. Poi l’esuberanza connessa con la quotazione della criptovaluta ne aveva portato il prezzo a sfiorare il doppio a metà dicembre. Da allora, però, pur tra andamenti altalenanti, per circa un mese sono prevalsi i ribassi. Tant’è che a metà gennaio il prezzo si era riportato a 11.000 dollari. Dopo di che, per circa due settimane, il prezzo sembrava stabilizzarsi attorno a quel livello.

La situazione è cambiata il 30 gennaio, quando un ribasso del 10% ha fatto scendere il prezzo al di sotto della soglia psicologica dei 10.000 dollari e, come un pugile suonato, il Bitcoin ha perso un altro 11% il 1° febbraio, portandosi sotto i 9.000 dollari. Venerdì 2 febbraio in corso di giornata il prezzo ha flirtato con gli 8.000 dollari, valori che non si vedevano dalla fine di novembre 2017.

Sarebbe azzardato prevedere quale sarà l’andamento a venire. Tuttavia, la sensazione è che il prezzo del Bitcoin stia sperimentando una perdita di supporto. Ad esempio, era da tempi immemorabili che esso non inanellava due giornate così ravvicinate con perdite del 10% e più. E la storia ci insegna che, perdendo il supporto, le bolle si sgonfiano repentinamente.

In effetti, tra le teorie più accreditate per spiegare le bolle speculative vi è quella che la identifica nella compresenza di investitori razionali e investitori disinformati (noise traders). Da un lato, gli investitori razionali comprano l’azione Alfa quando ritengono che il prezzo sia al di sotto del valore fondamentale dell’azione e vendono se succede il contrario. Invece, gli investitori disinformati, incapaci di stimare il valore fondamentale dell’azione Alfa, comprano e vendono in base alle proprie sensazioni “di pancia”, generalmente estrapolando al futuro l’andamento corrente del prezzo di Alfa.

La bolla speculativa si forma quando, per qualche motivo, il prezzo sale e, al contempo, entrano come acquirenti di Alfa una quota crescente di investitori disinformati. Il prezzo di Alfa tende perciò a lievitare in modo quasi automatico, portandosi molto al di sopra del valore fondamentale e gonfiando la bolla speculativa. In questa fase, anche in caso di arretramenti temporanei, il prezzo di Alfa trova supporto finché lo sostiene l’ingresso di altri investitori disinformati ‘ritardatari’ che seguono l’effetto gregge. Ciò proseguirà per un certo tempo, fino a quando l’effetto gregge si esaurisce e qualche notizia negativa su Alfa induce alcuni investitori a vendere. A quel punto, non avendo più il sostegno dell’effetto gregge, il prezzo perde supporto e la bolla si sgonfia rapidamente.

Nel caso del Bitcoin, come è stato osservato da tempo (cfr., ad esempio, Kristoufek, Ladislav. 2013 “BitCoin meets Google Trends and Wikipedia: Quantifying the relationship between phenomena of the Internet era.” Scientific reports 3: 3415), il valore fondamentale non può neanche essere stimato e, perciò, il prezzo del Bitcoin finisce per essere determinato solo dagli investitori disinformati alla ricerca di profitti speculativi di brevissimo periodo. Dunque, la perdita di supporto del Bitcoin osservata nei giorni scorsi potrebbe preludere a un forte ribasso del prezzo. E ad accrescere la velocità dell’aggiustamento può contribuire il fatto che ormai la maggior parte delle compravendite è frutto di ordini impartiti da trading automatico guidato da algoritmi matematici. Ripeto: non vi è certezza ma è bene essere pronti a un forte aggiustamento.

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