Non si arresta la valanga delle criptovalute, investite da una nuova slavina di vendite durante i primi scambi sui mercati asiatici. La regina delle valute digitali, il Bitcoin, dopo essere sceso ieri sotto i 5mila dollari per la prima volta dal 2017, ha perso un ulteriore 15%, scendendo fino a 4.213 dollari, circa 2mila meno della settimana scorsa. A picco anche l’Etherum (-14,7%, a 137 dollari) e il Litecoin (-13%, a 34,39 dollari).
IL CROLLO DI BITCOIN ED ETHEREUM DA INIZIO ANNO
Il 2018 si conferma così l’annus horribilis delle criptovalute. Dopo i picchi toccati nel dicembre 2017, lo scorso primo gennaio il Bitcoin valeva circa 15mila dollari. Da allora la perdita di valore si attesta intorno al 70%. Ancora peggio è andata all’Ethereum, che aveva sfondato i 1000 euro, per poi svalutarsi dell’85%.
LA SCISSIONE DI BITCOIN CASH
Come si spiega questo crollo senza fine? Alcuni ritengono che abbia avuto un peso decisivo la scissione del “Bitcoin Cash” dal Bitcoin originale, che ha alimentato i timori sulla possibilità di nuove divisioni all’orizzonte nel mondo delle criptovalute.
LA SENTENZA DELLA SEC
Alttro fattore decisivo è stata la decisione della Sec, la Conosb americana, che ha annunciato le prime sanzioni civili contro due società di ciriptovalute (Airfox e Paragon Coin inc) che non hanno registrato alla stregua di operazioni su titoli azionari le proprie Initial Coin Offering (Ico), cioè le offerte con cui vengono emesse nuove valute. Le due società dovranno pagare 250mila dollari ciascuna e saranno obbligate a registrare le valute come titoli.
IL BRUTTO PRESAGIO DI NVIDIA
Non depone in favore di Bitcoin e& Co. nemmeno la situazione in cui versa Nvidia, società famosa per le schede grafiche ma leader anche nella produzione di chip usati per risolvere gli agortimi che consentono di coniare nuove criprovalute (mining). Dopo i conti trimestrali decisamente peggiori delle aspettative del mercato, Nvidia è arrivata a perdere oltre il 15%.
LE INDAGINI SUL RALLY DEL 2017
Oggi Bloomberg riferisce che il dipartimento americano di Giustizia sta indagando per capire se il forte rally del Bitcoin osservato nel 2017, anno finito a livelli record vicino ai 20mila dollari, sia stato alimentato da manipolazioni attraverso Tether, un token digitale tanto popolare quanto controverso.