La banca centrale cinese ha dichiarato guerra alla moneta virtuale e agli scambi non regolamentati. Pan Gongsheng, vice governatore della People Bank of China, ha annunciato che “il governo dovrebbe esercitare pressioni sugli scambi centralizzati della moneta virtuale, prevenendo il crescere dei rischi connessi a quei mercati e vietando il trading”, che viene realizzato su piattaforme come Coinbase o Kraken.
Come corollario Pechino dovrebbe bloccare i siti web nazionali ed esteri e le relative app che consentono l’accesso agli scambi sulla moneta virtuale.
Il braccio di ferro sulle criptovalute, dunque, prosegue. E l’Estonia scende nell’arena con il progetto – annunciato qualche mese fa – di lanciare una sua criptovaluta nazionale, subito ribattezzata EstCoin. Non è la sola ad avere avuto l’idea ma quella dell’Estonia sarebbe la prima di un membro dell’area euro. Il presidente della Bce Mario Draghi ne ha preso subito le distanze spiegando che “nessun paese dell’Eurozona può introdurre una sua moneta”. Ma l’Estonia sembra intenzionata a non mollare convinta che l’EstCoin sarebbe compatibile con i trattati comunitari.
TornandoAnche la Corea del Sud, uno dei Paesi in cui le criptovalute sono più diffuse, ha iniziato a lavorare per un possibile stop agli scambi. “Si tratta di una delle misure suggerite contro la speculazione – ha fatto sapere Seul – ma la decisione sarà presa in futuro dopo sufficienti consultazioni e il coordinamento di opinioni”.
Ovviamente la reazione del mercato è stata negativa. Tutte le criptovalute hanno fatto registrare importanti cali. Il Bitcoin nelle ultime 24 ore è scivolato del 13%; viene scambiato a 11.840 dollari, il livello più basso da un mese e mezzo.
Crollano anche Ethereum (-17%, vicina alla soglia dei 1000 dollari) e Ripple, che perde oltre 20 punti percentuali (1,43 dollari).