Chiusura in rosso per i listini europei, con Piazza Affari che perde l’1,12% e si ferma a 23.178 punti. Su 40 blue chip solo Eni +0,93%, Mediobanca +0,65% ed Enel (piatta) sfuggono a quest’ondata di vendite, mentre lo spread risale e fa sentire il suo peso sulle banche. Il differenziale fra Btp decennale Bund di pari durata si ferma a 95 punti base (+5,82%) e il tasso del titolo italiano cresce a +0,58%. Si tratta di prese di beneficio forse fisiologiche, dopo l’euforia che ha accolto l’arrivo di Mario Draghi a Palazzo Chigi nei giorni scorsi, tanto più oggi che il premier ha svolto il suo discorso programmatico in Senato e che dovrebbe ricevere stasera la fiducia.
Anzi, le cose miglioreranno e di molto secondo Morgan Stanley. La guida di Draghi – scrive in un report – fornirà un forte impulso ai mercati finanziari italiani, addirittura una sovraperformance a due cifre nell’azionario e un deciso miglioramento negli spread obbligazionari. Secondo la banca americana lo spread dei Btp, cioè il premio che gli investitori chiedono per detenere titoli di Stato italiani anziché debito tedesco, valutato AAA, dovrebbe ridursi a 85 punti base entro giugno dai 90 attuali e in uno scenario ottimistico potrebbe scendere a 55 punti base entro la fine dell’anno.
L’odierna avversione al rischio, che vede anche Wall Street negativa in avvio, affonderebbe le sue radici nel timore di un possibile aumento dell’inflazione, atto a smorzare l’ottimismo sulla ripresa economica globale guidata dai vaccini. A conferma alcuni dati macroeconomici Usa: i prezzi alla produzione per la domanda finale cresciuti dell’1,3% a livello mensile a gennaio, oltre il consenso degli economisti, che prevedevano +0,4%; le vendite al dettaglio, salite del 5,3% su base mensile a gennaio, contro attese di +0,7% rispetto al mese precedente. In Europa si fa sentire inoltre il crollo di Kering, -7,5%, che soffre un calo peggiore del previsto delle vendite del marchio Gucci nell’ultimo trimestre 2020.
Il fatturato del prestigioso brand è sceso del 10,3% su base omogenea, mentre gli analisti si aspettavano un -4%. La firma di origine italiana vale il 60% delle vendite e l’80% dei profitti di Kering ed è tra i marchi di maggior successo, ma appare implacabile il confronto con la crescita dei ricavi registrata da altri concorrenti come Louis Vuitton, del gruppo Lvmh. Appesantita ma non affondata da questo titolo, Parigi cede lo 0,36%, mentre nel resto d’Europa Francoforte segna un ribasso dell‘1,16%, Madrid -0,41%, Amsterdam -0,93%. Fuori dalla zona euro Londra cede lo 0,55%, con i dati che mostrato che anche l’inflazione britannica è aumentata un po’ più del previsto a gennaio.
Così, mentre le banche centrali, tra cui Bank of England e Federal Reserve (stasera si attende la pubblicazione delle minute dell’ultima riunione), hanno segnalato l’intenzione di mantenere una politica monetaria accomodante, gli operatori di mercato – scrive Reuters – hanno iniziato a prezzare un aumento dell’inflazione con il miglioramento dei dati economici. Per quanto riguarda la pandemia, il primo ministro britannico Boris Johnson annuncia che lunedì presenterà il suo piano d’azione per un percorso di uscita dal lockdown improntato alla cautela e alla prudenza, visto l’”incredibile successo della campagna di vaccinazione”. La Ue invece si dibatte ancora nel tentativo di avere tutti i sieri che servono alla bisogna e oggi la Commissione europea rende noto di aver raggiunto un accordo con Moderna per la fornitura di 150 milioni di dosi aggiuntive per quest’anno, quasi raddoppiando il numero di dosi garantite dalla società biotecnologica statunitense per il 2021.
In base all’accordo la Ue può acquistare altri 150 milioni di dosi l’anno prossimo. Pfizer invece non avrebbe ancora consegnato all’Unione europea circa 10 milioni di dosi del suo vaccino previste per dicembre, mancando di fornire alla Ue un terzo delle dosi attese fino a questo momento dal blocco. È quanto scrive Reuters in un servizio in esclusiva citando funzionari anonimi dell’Unione europea. Sul mercato valutario si apprezza il dollaro sulla piazza statunitense, aiutato dal rialzo dei rendimenti dei Treasuries in seguito ai dati macro migliori delle attese. L’euro tratta in calo dello 0,6% e scambia sul filo di 1,2.A dare spettacolo però è ancora una volta il bitcoin che tocca un nuovo record a 51.721 dollari, dopo aver passato ieri la soglia 50.000 per la prima volta.
La capitalizzazione della criptovaluta regina supera ora i 900 miliardi di dollari. Soffre invece l’oro, che anche oggi tratta in notevole ribasso. Il future aprile 2021 perde l‘1,7% e prezza 1768,70 dollari l’oncia. Non si arresta invece la corsa all’oro nero e il petrolio tipo Brent si conferma in frazionale rialzo in area 64 dollari al barile. In Piazza Affari sono due titoli petroliferi a posizionarsi agli estremi del listino principale. Eni è la blue chip migliore del giorno, mentre Saipem cede il 4,68% dopo i recenti guadagni. In fondo al paniere anche Nexi, -4,37%, penalizzata dall’annuncio del collocamento di obbligazioni convertibili con scadenza 2028 per l’importo di un miliardo di euro. L’operazione è accompagnata da una simultanea vendita di azioni ordinarie a scopo di copertura da parte di alcuni sottoscrittori del bond, strategia che normalmente finisce per pesare sull’andamento dei titoli nel breve termine.
Perdite per Amplifon -3,05% e Unipol -2,77%. Stellantis cede il 2,15% e soffre i dati sulle immatricolazioni di gennaio (-27,4% in Europa, contro un calo del 25,7% del mercato). Fa anche peggio l’azionista Exor -2,74%.Il lusso soffre con Kering e penalizza Moncler -2,28%. Secondo Mediobanca il giro d’affari del settore moda nel 2020 è crollato del 23% e la ripresa, che potrebbe già partire quest’anno, non sarà rapida. Poste perde l‘1,76% al termine di una seduta volatile, dopo la presentazione dei conti del quarto trimestre, con un utile netto record a 308 milioni (+18,7%), oltre le attese degli analisti e la proposta di un dividendo di 0,486 euro per azione (+5% rispetto all’anno passato).