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Bioterra decolla e sceglie Fulgoni come Ad: ora la holding industriale di Basilico e Cagnin cerca una società target

Imagoeconomica

Il primo marzo s’è alzato il sipario su Bioterra, la holding industriale verticale fondata da Paolo Basilico (uno dei più brillanti finanzieri italiani e già fondatore di Kairos che ora si è scoperto una passione per l’industria) e Giampaolo Cagnin (grande esperto dell’industria alimentare e già fondatore di Hi-Food). L’avvio di Bioterra, che opererà nella cosmetica avanzata, nella nutraceutica e negli alimenti speciali, con un capitale iniziale di 100 milioni di euro di cui Basilico e Cagnin detengono il controllo, è coinciso con la scelta del primo Amministratore delegato, che è Federico Fulgoni (già Ceo di Nuktao Group e Campus Group) che diventa anche socio della nuova holding. Ma i primi giorni di vita di Bioterra, che ha sede nella centralissima via Manzoni a Milano, hanno segnato anche l’arrivo di un’altra new entry eccellente nella persona di Giancarlo Liberty, molto conosciuto nel mondo nel Private equity avendo operato in Apax e in Mediobanca, che diventa socio della holding verticale ed entra nel Comitato Direttivo Investimenti.

BIOTERRA HOLDING: PRIMO OBIETTIVO INDIVIDUARE E INVESTIRE IN AZIENDE TARGET

Il primo compito di Bioterra è adesso l’individuazione di una o più società target che diventerà il veicolo industriale del gruppo: la selezione comincerà presto e l’obiettivo è di portare a termine l’investimento entro l’anno con un’acquisizione che può arrivare a 30-40 milioni di valore. La crescita della sensibilità per la qualità della nutrizione e del benessere e l’attuale frammentazione del mercato italiano della cosmetica, cosmeceutica e nutraceutica, ricco di aziende di dimensioni medio-piccole che spesso devono vedersela con i problemi del passaggio generazionale, possono offrire opportunità interessanti che Bioterra punta a cogliere grazie ad un azionariato e a un management di prima qualità.

Le aziende su cui Bioterra conta di investire hanno un fatturato dai 10 ai 25 milioni di euro e un ebitda tra i 3 e i 6 milioni, operano nel settore delle Specialties, escludendo prodotti di massa, commodities & trading e materie prime, presentano potenzialità di crescita inespresse e la flessibilità necessaria a fare parte di poli industriali. Presto arriveranno le prime novità.

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Categories: Economia e Imprese