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Bioeconomia: in Italia vale 328 miliardi e 2 milioni di occupati

Secondo il quinto “Rapporto sulla Bioeconomia in Europa” di Intesa Sanpaolo e Assobiotec, nell’industria della carta e in quella del taglio e della piallatura del legno le imprese italiane sono seconde in Europa per numero di addetti – L’Italia si posiziona anche fra i paesi europei con la più alta percentuale di riciclo dei rifiuti biocompatibili

Bioeconomia: in Italia vale 328 miliardi e 2 milioni di occupati

In Italia la bioeconomia – l’insieme dei settori che trattano materie prime rinnovabili di origine biologica – dà lavoro a due milioni di persone. Nel 2017 il valore della produzione in questo settore era pari a 328 miliardi di euro, mentre il peso sul totale delle attività economiche si attestava al 10,1%, in crescita rispetto all’8,8% del 2008. Questi i principali numeri contenuti nella quinta edizione del “Rapporto sulla Bioeconomia in Europa” curato dalla Direzione Studi e Ricerche di Intesa Sanpaolo in collaborazione con Assobiotec.

Dall’analisi emerge che il nostro Paese si colloca in posizioni di vertice a livello europeo in diversi comparti.

Ad esempio, l’Italia è il sesto Paese dell’Ue per superficie boschiva in termini assoluti, ma negli ultimi 25 anni ha registrato un tasso di aumento dei boschi pari al 6,7%: per distacco il migliore dell’Ue, dove la crescita media è del 2,1%.

Nell’industria del taglio e della piallatura del legno le imprese italiane, con 104mila addetti, sono seconde in Europa dopo la Germania.

A sorpresa, il nostro Paese primeggia anche per quanto riguarda il tasso di riciclo degli imballaggi in legno, che è pari al 60%, fra i più elevati nel contesto e già ampiamente al di sopra del target Ue del 25% fissato per il 2025.

Nel settore della carta, l’Italia è seconda in Europa per numero di addetti (72mila) e ricicla l’80% degli imballaggi.

In generale, l’Italia si posiziona fra i paesi europei con la più alta percentuale di riciclo dei rifiuti biocompatibili (91% contro una media europea del 77%).

Dal rapporto emerge anche che, come sempre, nel nostro Paese si riscontrano squilibri significativi a livello territoriale. “Il Mezzogiorno ha un peso ridotto nel contesto nazionale della filiera del legno e della carta – si legge nel testo – Emergono tuttavia alcune regioni con una elevata specializzazione e con ampio potenziale di sviluppo: Calabria e Sardegna per il legno e Abruzzo e Campania nella carta”.

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