Ennesima giornata di fuoco per Bio-On a Piazza Affari. Dopo il -38% segnato nella seduta di ieri, 1°ottobre, oggi il titolo non è riuscito a fare prezzo, rimanendo bloccato in asta di apertura per tutta la giornata. Alla fine il ribasso è del 10%. In due giorni le azioni hanno dunque perso il 48% del loro valore, scendendo da 19,2 a 9 euro.
Alla base delle difficoltà borsistiche del gruppo bolognese c’è la pubblicazione dei conti dei primi sei mesi del 2019, chiusi con ricavi in calo dell’85% e una perdita di oltre 10 milioni di euro. L’azienda quest’estate ha vissuto un momento molto difficile a causa delle critiche subite dal fondo Quintessential che ha ha accusato Bio-On di aver realizzato la stragrande maggioranza del suo fatturato grazie a “scatole da essa controllate o affiliate” e di non aver prodotto praticamente nulla nel 2018.
Quintessential, dopo la diffusione della semestrale, ha affermato di “’non stupito dai risultati, che confermano l’analisi fatta”.
Bio-On ha annunciato anche il varo di un nuovo piano industriale e l’intenzione di passare dall’Aim all’Mta. Non solo, la società su richiesta della Consob ha diffuso oggi informazioni più dettagliate sui conti specificando alcuni punti ritenuti rilevanti per cercare di fare chiarezza su quanto accaduto.
Bio On ha fatto sapere che gli aumenti di capitale deliberati il 30 settembre da Aldia e Liphe, joint-venture nel settore cosmetico e dell’oral care, sono stati sottoscritti e versati da Bio-on e dal partner finanziario Banca Finnat Euramerica. Il gruppo bolognese ha inoltre specificato che “il contratto di licenza esclusiva dei diritti di sfruttamento produttivo e commerciale della tecnologia PHA nel settore beverage è stato stipulato in data 25 settembre 2019 dalla società con primario player industriale italiano del settore, per prodotti beverage, ovverosia bottiglie e i relativi imballaggi, confezioni, etichette”.
Invece con riferimento alle trattative in corso indicate nel comunicato, Bion ha precisato che i negoziati riguardano: forniture del prodotto PHA nel settore cosmetico, concessioni di licenza d’uso di tecnologia applicativa del PHA relativamente al settore dei materiali utilizzati in campo agricolo, trattative con un primario operatore industriale per la fornitura di apparecchiatura critica (il fermentatore) per impianti di produzione PHA, trattativa per la concessione della licenza per la produzione di PHA in un paese dell’America Centrale, finalizzazione della trattativa con una joint-venture per la concessione della tecnologia di produzione del PHA da CO2.
Capitolo ricavi. Bio-On ha chiarito che il rallentamento dei ricavi registrato nel I semestre del 2019, ‘è anche dovuto alle valutazioni strategiche della società conseguenti allo sviluppo di numerosi applicativi della tecnologia, i quali hanno condotto la società a ritenere fondamentale, per il proprio sviluppo strategico, la progressivamente maggiore presenza anche nel segmento produttivo di PHA”. Da qui la scelta di orientare sia una crescente partecipazione in società produttive sia un più esteso posizionamento territoriale, scelta resa maggiormente possibile da un approccio e da un utilizzo ancor più mirato dei meccanismi di licensing della tecnologia produttiva del PHA di proprietà di Bio-on. Appare quindi evidente l’opportunità della scelta di posticipare al secondo semestre la negoziazione di nuove licenze, in coerenza con la mutata strategia industriale. “fa sapere l’azienda.
Sui maggiori investimenti dell’impianto sito in Castel San Pietro Terme (BO), Bio On ha chiarito che essi “sono principalmente dovuti all’acquisizione di macchinari per sviluppare internamente ulteriori applicativi del materiale PHA e all’intenzione di rendere l’impianto maggiormente flessibile rispetto alle necessità produttive di materiali di elevata qualità (applicativi nel settore cosmetico, della stampa 3D, della nutraceutica e di ulteriori settori di alta tecnologia)”.
Aggiornato alle ore 18.12 del 2 ottobre.