Caratterizzata dal fascino delle dive di un tempo, da Marlene Dietrich a Lotte Lenya, Ute Lemper presenta un repertorio assai articolato, con punto di riferimento il Kabarett degli anni fra le due guerre, fino alla canzone d’autore francese di Brel, Ferrè, Vian, ai leggendari musical (Cats, Cabaret, Chicago), al tango di Astor Piazzolla, fino al Jazz. Ma altra protagonista, a cui nell’occasione le sarà conferito il Leone d’argento è Angélica Liddell, fra le vere rivelazioni delle ultime stagioni con una personale versione del Riccardo III di Shakespeare; David Espinosa e il provocatorio “minimalismo” di Mi gran obra, esempio di teatro al tempo della crisi (8 agosto al Teatro alle Tese, ore 21,00). E ancora: la regia d’arte di Krystian Lupa con Ritter Dene Voss di Botho Strauss (7 agosto al Teatro Goldoni alle ore 21,00).
Le riletture graffianti dei classici di Thomas Ostermeier, questa volta con Un nemico del popolo di Ibsen al Teatro Goldoni il 10 agosto (21,30); mentre la “scrittura” tecnologica di Guy Cassiers per Sunken Red di Jeroen Brouwers con lo straordinario interprete Dirk Roofthooft (3 agosto al Teatro alle Tese). E ancora altre immersioni questa volta oniriche con il mondo di Gabriela Carrizo e dei Peeping Tom così come appare nel loro ultimo spettacolo, 32 rue Vandenbranden ( 10 agosto Teatro alle Tese).
E che dire della vitalità del teatro argentino, novità della scena di questi anni, che vedrà il suo artefice in Claudio Tolcachir, regista e autore di El viento en un violín (5 agosto ore 21,00 al Teatro Goldoni). E’ davvero felice la sintesi fra arti diverse di Jan Lauwers che firma Marketplace 76 (6 agosto, Teatro alle Tese); mentre di uno Shakespeare riscritto da Tim Crouch si assiste nei personaggi minori delle sue commedie nella messinscena di Fabrizio Arcuri: Banquo da Macbeth, Fiordipisello dal Sogno di una notte di mezza estate, Cinna da Giulio Cesare, Calibano dalla Tempesta. Infine: Declan Donnellan, fra i più influenti registi europei ad aver affrontato i grandi classici della drammaturgia di tutto il mondo, con Ubu Roi di Alfred Jarry; e il celebrato drammaturgo, attore e regista libanese Wajdi Mouawad con il monologo Seuls (3 agosto, Teatro Piccolo Arsenale)
Ma il Festival vedrà anche il debutto a Venezia dello stesso direttore Àlex Rigola. Autore di incisive riscritture di grandi classici che lo hanno reso noto oltre i confini della Spagna e anche in Italia, Àlex Rigola ha frequentato molta drammaturgia moderna e contemporanea mettendo in scena anche testi di scrittori celebri, come il romanzo incompiuto di Roberto Bolaño, 2666. E a Bolaño, autore di culto, torna Rigola con l’adattamento per le scene del racconto El polícia del las ratas (Teatro alle Tese nella giornata inaugurale e in replica il 3, 6, 7 agosto).
Ma nel 42. Festival verranno presentate anche le creazioni originali nate da Biennale College – Teatro, frutto del lavoro laboratoriale dei tanti giovani artisti selezionati accanto a maestri della scena. Nasce così Shakespeare, un itinerario in 5 brevi spettacoli sui personaggi shakespeariani, scelti e visti secondo gli approcci radicalmente diversi di altrettanti registi – Angélica Liddell, Claudio Tolcachir, Gabriela Carrizo, Jan Lauwers, Krystian Lupa. Nascono così anche le versioni site specific, modulate cioè sui luoghi e con i partecipanti ai laboratori veneziani, degli spettacoli di Motus, Nella Tempesta, e La Veronal, Picasso – Pájaros muertos. E nasce così anche Natura e origine della mente, elaborato da Romeo Castellucci con i 20 attori e performer del suo workshop veneziano, per un programma che prevede numerosi incontri – dal 4 all’11 agosto – con i diversi protagonisti della scena teatrale per creare momenti di conoscenza e approfondimento circa il lavoro dell’attore e del regista.
“Insomma una vero e proprio tuffo nella dimensione teatrale per viverla a 360 gradi!” (Enrico Gusella)