La crisi che da settimane si abbatte sulla Bielorussia non accenna a calmarsi. La Banca centrale nazionale ha annunciato oggi che da martedì il rublo bielorusso sarà svalutato del 36%, raggiungendo la quotazione di 4930 rubli per dollaro. La misura si rende necessaria per l’esaurimento delle riserve di valuta estera nelle mani del Paese, ma il cambio non sarà ancora lasciato fluttuare liberamente. La quotazione non ufficiale sul mercato interbancario oscilla oggi tra 6400 e 6800 rubli per dollaro.
Il presidente Alexandr Lukashenko, definito dall’ex segretario di Stato Usa Condoleezza Rice “l’ultimo dittatore d’Europa”, può sperare nel sostegno russo per uscire dalla crisi prima che questa scivoli di mano e si trasformi in un’insurrezione popolare.
In cambio di aiuti da Mosca per 3 miliardi di dollari, il primo ministro Myasnikovich ha dichiarato che il Paese è pronto a trasferire alla Russia gli asset di Beltransgaz per un valore di 2,5 miliardi di dollari. La compagnia di Stato gestisce i gasdotti che servono la Polonia e altri mercati dell’Europa occidentale.
Negli ultimi giorni lunghe file alle banche sono state osservate nel centro di Minsk. Chi possiede un conto corrente, cerca di correre ai ripari e cambiare i propri risparmi in dollari.Un’operazione che però può richiedere più di ventiquattro ore. Anche nei negozi si ricorre ai razionamenti, dato che la crisi valutaria ha messo in ginocchio il settore dell’import.
Sullo sfondo, i numerosi arresti che dopo le elezioni presidenziali dello scorso dicembre hanno colpito gli attivisti dell’opposizione democratica filo-occidentale. Il 14 maggio Andrei Sannikau, leader del dissenso contro Lukashenko, è stato condannato a cinque anni di carcere per “organizzare disturbi pubblici”. (fs)