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Biden e Xi Jinping, l’incontro avvia il disgelo: “La rivalità non si trasformi in conflitto”. Accordi sul clima e su AI, scintille su Taiwan

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Una stretta di mano, sorrisi e quattro ore di faccia e faccia: è iniziato così lo storico incontro tra il presidente Usa Joe Biden e il suo omologo cinese Xi Jinping. Terminato con alcuni accordi, su clima e intelligenza artificiale, anche se restano diversi nodi e tensioni, in particolare su Taiwan.

I due non si vedono dallo scorso novembre quando si sono incontrati a margine del G20 di Bali. Dopo l’interruzione del dialogo diplomatico da parte della Cina su alcuni fronti cruciali quali quello militare e climatico come ritorsione per la visita di Nancy Pelosi (allora Speaker della Camera) a Taiwan e l’incidente del presunto pallone spia cinese a inizio anno che aveva ridotto i rapporti al minimo. Ma Biden vuole evitare un conflitto aperto con Pechino nel bel mezzo di due guerre e della difficile campagna per la sua rielezione, Xi intende rilanciare una crescita in frenata, minacciata dalla bolla immobiliare. Dopo tante incomprensioni Cina e Usa riprendono il dialogo.

L’incontro tra Biden e Xi

“Bello rivedervi, non c’è nulla che possa sostituire le discussioni faccia a faccia. È fondamentale che io e lei ci capiamo reciprocamente in modo chiaro, dobbiamo fare in modo che la competizione non sfoci in conflitto”, ha detto Biden ricordando che “i nostri incontri sono sempre stati franchi, diretti, utili”. Il mondo è abbastanza grande per la convivenza e per il successo di Cina e Stati Uniti: “Per due grandi Paesi come Cina e Stati Uniti voltarsi le spalle non è un’opzione”, ha risposto Xi aggiungendo che “le relazioni fra la Cina e gli Stati Uniti non sono mai state facili “negli ultimi 50 anni e più” e si sono trovate ad affrontare “sempre problemi in un senso o nell’altro ma sono andate avanti. Sarebbe ‘irrealistico’ per una delle parti cercare di rimodellare l’altra”, ha rimarcato il presidente cinese.

Accordo su clima e intelligenza artificiale

Il dialogo è perlomeno ripreso su alcuni temi. “Stati Uniti e Cina riconoscono che la crisi climatica sta avendo un impatto sempre crescente sui Paesi del mondo”. Quindi hanno concordato di “compiere sforzi per triplicare la capacità globale di energia rinnovabile entro il 2030”. Unito alla promessa di ristabilire i contatti diretti tra i militari dei due Paesi, e collaborare contro il traffico di Fentanyl, l’oppiode sintetico che ogni anno mieta migliaia di vittime negli Stati Uniti. Intesa inoltre per discutere sull’intelligenza artificiale. Restano però diversi nodi: Ucraina, Medio Oriente e Taiwan ma anche le sanzioni e limitazioni Usa all’export cinese e per Washington la mancanza di parità di condizioni competitive. Negli ultimi anni diversi investitori stanno puntando su altri Paesi — come Vietnam, India, Messico — per diversificare le linee di approvvigionamento. “Noi appoggiamo la diversificazione, ma allo stesso tempo crediamo che, al di là di alcune piccole aree che riguardano tecnologie sensibili, continuare gli investimenti in Cina sia un bene per la salute dei due Paesi”, ha spiegato la Casa Bianca.

I nodi

Il presidente americano ha detto in conferenza di aver ribadito la politica americana che “riconosce una sola Cina” ma di aver messo in chiaro con Xi che gli Usa si aspettano che la Cina “non interferisca nelle elezioni di Taiwan”. Ma Xi, secondo il ministero degli Esteri cinese, ha ammonito gli Usa che non dovrebbero “sostenere l’indipendenza di Taiwan e la riunificazione pacifica della Cina”. Il messaggio poco velato è che Taiwan prima o dopo tornerà a casa, con le buone maniere o con le cattive. Altro punto dolente sollevato da Biden, ma rimasto in ombra, la sua richiesta di contribuire alla de-escalation sia in Medio Oriente (in particolare facendo pressione sull’Iran affinché non allarghi il conflitto) che in Ucraina: il leader cinese resta il principale alleato di Putin e ha sposato la causa palestinese. Biden ha invece ribadito il suo sostegno a Israele, pur ricordando l’importanza di non colpire i civili e trovare una risoluzione del conflitto.

Dopo 4 ore di faccia a faccia, le strade dei due leader si sono divise: il presidente americano ha tenuto una conferenza stampa da solo; il leader cinese, non ha partecipato al ricevimento per i capi di Stato e di governo, è stato a cena con Elon Musk, Satya Nadella di Microsoft e tra gli altri i dirigenti di Citigroup, Exxon Mobil, Apple. 

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