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Biden, addio amaro e discorso cupo: “Meritavo la rielezione, ma è più importante difendere la democrazia”

Imagoeconomica

“La difesa della democrazia è più importante di qualsiasi titolo. Traggo forza e gioia dal lavorare per il popolo americano. Ma questo sacro compito non riguarda me. Riguarda voi, le vostre famiglie, il vostro futuro. Riguarda ‘Noi il popolo’. La cosa grandiosa dell’America è che qui non governano re e dittatori. Lo fa il popolo. La storia è nelle vostre mani. Il potere è nelle vostre mani. L’idea dell’America è nelle vostre mani.” Parlando per 11 minuti, il presidente Joe Biden ha pronunciato il suo discorso d’addio dallo Studio Ovale, segnato da toni cupi e una palpabile amarezza, senza nascondere la delusione per non avere l’opportunità di un secondo mandato. Ha elogiato Kamala Harris come sua erede e futura sfidante di Trump, ma ha evitato dettagli sulla sua decisione di ritirarsi, ignorando le critiche alla sua capacità di affrontare una nuova campagna dopo il pressing da parte del suo partito, quello democratico.

Il discorso di Biden: ecco cosa ha detto

Nonostante l’amarezza, Biden ha elencato con orgoglio i risultati ottenuti: “Credo che il mio curriculum da presidente, la mia leadership nel mondo, la mia visione del futuro dell’America meriterebbero un secondo mandato. Ma nulla può ostacolare la tutela della nostra democrazia, nemmeno l’ambizione personale. Ci siamo uniti come americani, ce l’abbiamo fatta. Ne siamo usciti più forti, più prosperi e più sicuri. Oggi abbiamo l’economia più forte del mondo che crea quasi 16 milioni di nuovi posti di lavoro, un record. Gli stipendi sono in aumento, l’inflazione continua a scendere. Stiamo ricostruendo la nazione.”

Il presidente Usa ha continuato con un tono più personale: “Cari americani, è stato un privilegio della mia vita servire questa nazione per oltre 50 anni. In nessun altro posto sulla Terra un ragazzino balbuziente, di umili origini da Scranton, Pennsylvania, e Claymont, Delaware, potrebbe un giorno sedersi dietro la scrivania nello Studio Ovale come presidente degli Stati Uniti. Ma eccomi qui. Ecco cosa c’è di così speciale nell’America. Siamo una nazione di promesse e possibilità, di sognatori e di persone che agiscono, americani comuni che fanno cose straordinarie.”

Lui la sua scelta l’ha già fatta. “Tra pochi mesi il popolo sceglierà il futuro dell’America. Io ho fatto la mia scelta. Voglio ringraziare la nostra grande vicepresidente Kamala Harris: è esperta, è dura, è capace. È stata una partner incredibile per me e una leader per il nostro paese”.

La decisione finale però spetta agli elettori, non ai leader dei partiti: “L’America deve scegliere tra speranza e odio”. E ha più volte fatto implicitamente riferimento ai rischi per la democrazia americana se Donald Trump vincesse le elezioni “Dobbiamo decidere: crediamo ancora nell’onestà, nella morale, nel rispetto, nella libertà, nella giustizia e nella democrazia? In questo momento, possiamo vedere quelli con cui non siamo d’accordo non come nemici, ma come concittadini americani”.

Quanto al suo futuro, Biden ha ribadito che intende completare il suo mandato: “Nei prossimi sei mesi mi concentrerò sul mio lavoro di presidente. Continuerò a ridurre i costi per le famiglie che lavorano duramente e far crescere la nostra economia. Difenderò le nostre libertà personali e i nostri diritti civili, dal diritto di voto al diritto di scelta. Continuerò ad aiutare l’Ucraina a difendersi e cercherò di mettere fine alla guerra a Gaza”.

Il discorso di Netanyahu spacca il Congresso

Nello stesso giorno, il primo ministro israeliano Benjamin Netanyahu ha infiammato il Congresso americano con un discorso che ha diviso profondamente i parlamentari. Decine di democratici hanno abbandonato l’aula in segno di protesta, mentre Nancy Pelosi ha descritto l’intervento come “il peggior discorso di un leader straniero.”

Capitol Hill era blindato, con la polizia che ha usato spray al peperoncino contro i manifestanti. Il premier israeliano, accusato dalla Corte Internazionale di Giustizia di “genocidio” e “crimini di guerra”, ha definito i dimostranti “utili idioti di Teheran” e ha ribadito la necessità di un’alleanza solida tra Stati Uniti e Israele per affrontare la minaccia iraniana e i gruppi terroristici come Hamas e Hezbollah. Ma non solo Netanyahu non è riuscito a concludere un accordo di cessate il fuoco con i miliziani palestinesi, ma soprattutto sta sottoponendo il paese alla prospettiva di una guerra senza fine, con il solo obiettivo di garantire la propria sopravvivenza politica.

“C’è uno scontro tra barbarie e civiltà. Usa e Israele devono stare insieme per far trionfare le forze della civiltà,” ha dichiarato Netanyahu tra applausi e contestazioni. Ha anche assicurato il suo impegno per un cessate il fuoco e il rilascio degli ostaggi nella Striscia di Gaza, ringraziando Biden per il suo “sincero sostegno” un concetto che sembra contraddire il messaggio del presidente americano.

Trump: “Abbiamo sconfitto Biden. Ora tocca a Harris”

Nel frattempo, Donald Trump non ha perso tempo per attaccare Biden e la futura candidata del partito democratico. In un comizio in North Carolina, ha dimenticato le promesse di abbassare i toni e unificare l’America dopo il fallito attentato. “Dicevano che qualcosa è cambiato in me, che sono diventato più gentile. Ma se non vi dispiace, non sarò gentile,” ha dichiarato, colpendo duramente Biden e Harris.

“Tre giorni fa abbiamo sconfitto il peggior presidente della storia: ha lasciato perché stava perdendo. Ora abbiamo una nuova vittima da battere, la più incompetente vicepresidente della storia,” ha affermato Trump, accusando Harris di voler “distruggere il nostro Paese”. “È una pazza della sinistra radicale. Con l’aborto vuole giustiziare i bambini. Pazza, incompetente e bugiarda”.

I repubblicani hanno criticato i democratici per aver nascosto le condizioni di salute di Biden e per aver violato le regole basilari della democrazia con la sua sostituzione. I democratici, dal canto loro, sostengono che la decisione di Biden è stata presa per il bene del Paese e che il processo è stato democratico.

Con Biden che si ritira dalla corsa alla Casa Bianca, Harris e Trump si preparano per una battaglia elettorale feroce e decisiva. Le prossime elezioni determineranno non solo la direzione in cui l’America si muoverà nei prossimi anni, ma anche il futuro degli Usa e di tutto il mondo.

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