Dal rapporto annuale di Confindustria ANCMA (Associazione Nazionale Ciclo Motociclo Accessori) emerge come, dopo due anni di boom, il mercato delle bici registra un calo “fisiologico”, attestandosi a un -10% rispetto all’anno precedente. Le biciclette tradizionali vendute sono state 1.435.000, fermandosi a -15%.
Tuttavia, su oltre 1,7 milioni di due ruote vendute complessivamente nel 2022 (precisamente, 1.772.000), le elettriche registrano un +14% rispetto all’anno precedente, con 337.000 pezzi. E rispetto al 2019, il calo di vendite delle tradizionali è stato solo del 5%, mentre il mercato delle elettriche è cresciuto di ben il 72%.
Bici italiane: in crescita l’export, e-bike + 55%
Cresce parallelamente il volume d’affari generato dai negozi specializzati, dove si concludono oltre il 68% degli acquisti, dalla grande distribuzione e dalle vendite online, che insieme raggiungono 3,2 miliardi di euro, pari a un + 18% sul 2021 (+52% rispetto al 2019).
Risultati positivi anche per l’export, che con un fatturato di 520 milioni di euro cresce complessivamente di oltre il 24% nel 2022, con il segmento delle e-bike che mette a segno un +55% e un più modesto +11,6% per quello delle bici tradizionali.
Ad oggi, l’Italia è il primo produttore europeo di biciclette, con una quota di mercato del 21% e con un saldo attivo tra export e import per 1,3 milioni di pezzi. La filiera delle due ruote nel nostro Paese conta almeno 250 imprese, per lo più Pmi, impegnate in produzione e assemblaggio di biciclette e componenti e più di 40.000 tra addetti diretti e indiretti, e vanta un fatturato industriale che ammonta complessivamente a 2 miliardi di euro.
Ma sul settore pesa l’impennata dei costi delle materie prime
Sul settore pesano, tuttavia, le difficoltà nella catena di approvvigionamento e l’impennata dei costi delle materie prime che influiscono sulle importazioni di componenti, salite del 50% circa nell’ultimo anno. Ciò ha spinto ANCMA a considerare, anche in relazione alla strategia industriale dell’UE, di sostenere processi di reshoring, ovvero di riportare la produzione in Italia e in Europa delle componenti, proprio per l’importanza economica e strategica del settore la sua potenziale crescita.