Per questioni di famiglia e di lavoro ho partecipato a decine di presentazioni di libri e ho sempre trovato grande rispondenza e attenzione da parte del pubblico, ma i numeri del comparto libri esprimono una tendenza diversa anche se le vendite dei libri nel 2020 sono cresciute. Questa è una buona notizia.
Nel 2018, persone di 6 anni e più che hanno letto almeno un libro per motivi non strettamente scolastici o professionali nei 12 mesi precedenti l’intervista sono state il 40,6%: il dato sembra alto, ma si riferisce ad almeno un libro nel periodo considerato. Nello stesso anno sono state pubblicate 75.758 nuove opere e ne sono state stampate quasi 168 milioni di copie. Si produce tanto e pochi leggono.
Forse, per aumentare la diffusione della lettura si potrebbero promuovere maggiormente i servizi delle attuali 20.000 biblioteche che abbiamo in Italia.
Forse, bisognerebbe promuovere le biblioteche come super-luoghi dell’identità e della memoria nel quale si conserva, si divulga e si diffonde il sapere di una nazione e non solo.
Forse, non è necessario aumentare il numero delle biblioteche, ma sarebbe utile evolvere il posizionamento a sale di lettura e di studio.
Forse, qualche nuova biblioteca potrebbe essere locata in snodi ad alto traffico tipo centri commerciali, aziende, stazioni ferroviarie, musei (pubblici, privati e aziendali), centri storici…
La sostanza dell’idea è quella di promuovere direttamente il luogo e indirettamente il libro e la lettura. Praticamente il semplice concetto di biblioteca dovrebbe trasformarsi in luogo di socializzazione, di aggregazione, di sperimentazione (co-creazione, relazione e restituzione), di apprendimento, oltre che di lettura e di studio.
I ragazzi ma anche gli smartworker, avrebbero un luogo più sicuro e più adeguato a incontrarsi, per studiare e/o lavorare insieme e per confrontarsi.
Queste nuovi spazi potrebbero essere concepiti multifunzionali e multiservizi e potrebbero essere emanazione di un progetto culturale pubblico e privato finanziabile con parte dei fondi europei(Recovery fund), da fondazioni private e aziendali e con operazioni di crowdfunding (finanziamento collettivo).
Il tutto necessita di una concertazione progettuale, di una generale modernizzazione e di un adeguamento tecnologico con disponibilità di computer di ultima generazione, proiettori, archivi digitali e rete wifi, ma anche di una programmazione di eventi e di stabilire relazioni con gli editorie con gli autori.
Ci sono due esempi fantasmagorici di biblioteca che potrebbero far riflettere su questa nuova tendenza: Finlandia, Oodi Library e Cina, Tianjin Binhai Library.
Per giocare in casa direi che lo spazio della Fondazione Feltrinelli a Milano è un eccellente esempio da osservare e da studiare per una possibile clonazione.
Banalmente, l’essenza e l’obiettivo di un progetto di questo genere sarebbe di rendere più disponibile e più accessibile la produzione letteraria a fini pro-sociali e pro-culturali a positivo impatto sull’intera società.
“Leggo per legittima difesa.” Woody Allen. All the best.