X

Beyoncé, Taylor Swift e Barbie: così la valanga rosa ha salvato l’economia Usa. Powell le ringrazierà?

Wikimedia Commons

La valanga rosa non si fa spaventare dai banchieri in grisaglia. Anzi, a ben vedere, Jerome Powell deve ringraziare le ragazze terribili per aver impedito che l’economia, stressata dagli aumenti dei tassi, finisse in recessione. A dimostrarlo è lo studio di due economiste, Anna Wong ed Eliza Winge, uscito proprio alla vigilia del vertice dei banchieri centrali a Jackson Hole, Wyoming, terra di cowboys e pescatori conquistata dal potere femminile. 

Da Beyoncé, Taylor Swift e Barbie pioggia di miliardi di dollari

Il conto è presto fatto. I trionfali tour di Beyoncé e di Taylor Swift hanno fruttato finora 5,4 miliardi di dollari. Intanto il film Barbie, tra incassi al botteghino ed acquisti di gadget ha fruttato finora più di 3 miliardi di dollari. Risollevando tra l’altro le sorti di Mattel. Protagonista di un’abile operazione di marketing che ha coinvolto anche gli adulti più maturi. In tutto fa 8,5 miliardi di dollari in una sola estate, una cifra sufficiente ad alzare dello 0,7 per cento il pil Usa e così scacciando dall’orizzonte l’incubo della recessione. Un fenomeno quasi tutto in rosa, perché l’unico contributo maschile è il successo del film Oppenheimer di Christopher Nolan. Solo un caso o qualcosa di più? Certo è quasi impossibile prevedere l’esito di certi fenomeni di massa.

Chi l’avrebbe detto che lo show di Taylor Swift, capace di occupare tutte le caselle della top ten della classifica degli ascolti. Potesse spostare all’insù dello 0,2% l’inflazione svedese facendo schizzare all’insù i prezzi di hotel e ristoranti a Stoccolma in una tappa del tour? A colpire il mondo dello show business sono altri primati collegati al “Renaissance World Tour” di Beyoncé (1.200 dollari il biglietto meno caro) o all”Eras tour” di Taylor Swift: in media i supporter hanno sopportato trasferte di 300 miglia  per seguire le esibizioni  cantante country . Ma è più corretto parlare di fans al femminile perché il successo è frutto tra le varie cose di un maggior potere rosa negli equilibri dell’economia a stelle e strisce emerso nel dopo pandemia.

Gender gap: stipendi delle donne +28% in 5 anni

Negli ultimi cinque anni, riporta Bloomberg, le paghe al femminile (tra i 28 e i 54 anni) sono cresciute in media del 28% a 1.001 dollari la settimana. Nel frattempo la partecipazione delle donne al mercato del lavoro è salita al 76,4% dal precedente 74,1% dello scorso decennio, con un significativo aumento delle donne occupate con figli sotto i 18 anni. “È cambiata la natura dei consumi di questa generazione al femminile – commenta al Wall Street Journal Misty Heggeness dell’universitù del Kansas– Pesano meno gli acquisti per la casa e la famiglia. Oggi le donne hanno imparato a spendere per sé stesse. E a scegliere immagini di un nuovo potere al femminile, simboleggiato da dive che hanno combattuto e vinto partite molto dure per garantirsi ina fetta più equa dei profitti contro il big business o dal femminismo new look della nuova Barbie. Ma dietro queste considerazioni sociologiche emerge il fatto che la maggiore economia del mondo, da più di un anno data sul punto di cadere in una recessione, sta in realtà accelerando. E che il potere d’acquisto dei salari, a fronte di un’inflazione che sta calando, torna a crescere . Per giunta in una situazione di pieno impiego. Se non è il mondo di Barbie, un po’ ci assomiglia

Related Post
Categories: Finanza e Mercati