Un’ora di confronto: Pier Luigi Bersani e Silvio Berlusconi si sono visti a sorpesa alla Camera dopo che per tutta la mattinata erano circolate voci di un incontro in giornata. “Se non mi si chiede di andare ad Arcore a Palazzo Grazioli, non ho mai avuto problemi a incontrare Berlusconi” aveva detto Bersani in mattinata sull’ipotesi di un faccia a faccia con il Cavaliere a oltre 40 giorni da elezioni che non hanno dato un vincitore certo.
Al centro del colloquio l’accordo sul nome del prossimo presidente della Repubblica che potrebbe sbloccare lo stallo istituzionale. “È stato un buon incontro però siamo all’inizio”, ha commentato Enrico Letta, presente all’incontro insieme ad Angelino Alfano. Matteo Renzi ne approfitta per una nuova incursione: “Speriamo si decida qualcosa”, ha detto il sindaco di Firenze. Che attacca: “Non ho vinto le primarie, ha vinto Bersani. Il problemino è che poi Bersani non ha vinto le elezioni”.
L’incontro è stato tenuto “coperto” fino all’ultimo con i rispettivi staff impegnati a depistare i cronisti. Letta ha anche aggiuntoi: “Un incontro utile per chiarirci sui criteri per individuare insieme una rosa di personalità che possa rappresentare l’unità del paese. In un momento di grandi divisioni, il Pd sente la forte responsabilità che sul presidente della Repubblica ci sia un segnale forte di unità nazionale”. Il giro di incontri andrà avanti: giovedì Bersani vedrà il leader della Lega Roberto Maroni, poi sarà la volta del MoVimento 5 Stelle. L’obiettivo è “tentarle tutte per arrivare a un presidente eletto con un largo consenso”.
Alla vigilia del faccia a faccia le posizioni non sembravano divergere molto da quelle che hanno portato all’attuale stallo. Da una parte il leader del Pd ribadisce il suo inamovibile no all’ipotesi di un governissimo con un Popolo della libertà guidato ancora dal Cavaliere. Una posizione che non sembra vacillare neanche dopo le prese di posizioni di Matteo Renzi e Dario Franceschini per un dialogo con l’avversario di sempre.