Intonano “fratelli d’Italia, l’Italia s’è desta!” davanti al Tribunale. Poi improvvisano una conferenza stampa all’aperto, sulla gradinata. Tutto pur di difendere Silvio Berlusconi, presunta vittima di “accanimento giudiziario”. Intanto, però, arrivano nuovi guai per il Cavaliere dalla Procura di Napoli.
Dopo essersi riuniti stamani a Milano, nella sede dell’Unione del commercio, i parlamentari del Pdl si sono spostati nel primo pomeriggio verso il palazzo di giustizia – dove era prevista una manifestazione, poi cancellata – per esprimere tutta la propria solidarietà al numero uno del partito. Ma non è finita, perché subito dopo il manipolo pidiellino è entrato all’interno dell’edificio, è salito al primo piano e ha sostato simbolicamente davanti all’aula del processo Ruby. Ma la porta era chiusa.
Il segretario del Pdl Angelino Alfano, che ha proposto un Aventino per le prime sedute alla Camera proprio in segno di protesta per la questione giustizia, ha spiegato che i parlamentari del suo partito hanno deciso di manifestare (nonostante l’invito di Berlusconi a non farlo) a causa di “tre fatti gravissimi”.
Primo: lo “scandaloso” mancato riconoscimento della riunione di stamani come legittimo impedimento per i parlamentari Niccolò Ghedini e Fabio Longo, che in quanto avvocati del Cavaliere hanno dovuto presenziare a un’udienza del processo Ruby. Secondo: la nuova visita fiscale “altrettanto scandalosa” chiesta per Silvio Berlusconi, ricoverato da venerdì scorso all’ospedale San Raffaele per un’infiammazione agli occhi. Terzo: la richiesta di giudizio immediato per il leader del Pdl da parte dei giudici di Napoli, nonostante l’ex premier avesse dato la “propria disponibilità a presentarsi dal 15 marzo in poi, in qualsiasi momento”. I pubblici ministeri hanno inoltrato la richiesta per l’ipotesi di reato di corruzione: al centro dell’inchiesta, i tre milioni di euro che si pensa siano stati versati all’ex senatore dell’Idv Sergio De Gregorio per far cadere l’ultimo governo Prodi.
“Noi abbiamo un interlocutore di cui ci fidiamo, che è il presidente della Repubblica e del Csm, Giorgio Napolitano – ha concluso Alfano – a cui affidiamo la nostra preoccupazione per questa emergenza democratica” . Matedì il segretario incontrerà il Capo dello Stato.
Tra i manifestanti che hanno ritenuto di cantare l’inno davanti al Tribunale figurano gli ex ministri Paolo Romani, Raffaele Fitto, Stefania Prestigiacomo, Maria Stella Gelmini, Michela Vittoria Brambilla e l’ex sottosegretario Daniela Santanchè.