Nella giornata dedicata al ricordo della Shoah, Silvio Berlusconi sceglie di rivalutare Benito Mussolini. L’argomento a sostegno dell’analisi storica non è quello dei “treni” che “arrivavano in orario”, ma un altro grande classico dell’apologia nostalgica: “Aver fatto le leggi razziali è stata la peggior colpa di un leader, Mussolini, che per tanti altri versi invece aveva fatto bene“. Questa l’opinione del Cavaliere sul dittatore fascista. Ma non basta. Perfino sulle leggi razziali il leader del Pdl si dimostra comprensivo nei confronti del Duce, sostenendo che “è difficile mettersi nei panni di chi decise allora”, quando “l’Italia preferì essere alleata alla Germania di Hitler piuttosto che contrapporsi”.
Gaffe estemporanea o calcolata mossa politica? Fra le due opzioni, la seconda è più verosimile. L’intento di Berlusconi era probabilmente di strizzare l’occhio a chi fra i suoi alleati (moderati?) ancora rimpiange l’olio di ricino: su tutti Francesco Storace, leader de La Destra e candidato alle Regionali del Lazio (con l’appoggio del Pdl), ma anche una serie di ex estremisti che non hanno mai fatto mistero delle proprie origini ideologiche, come Daniela Santanchè o Maurizio Gasparri. Senza contare l’elettorato in stile “Casa Pound”, che avrà certamente gradito la riabilitazione del compianto despota.
Di certo Berlusconi sapeva benissimo che tanta cortesia nei confronti di Mussolini avrebbe scatenato un putiferio. E così, com’era ampiamente prevedibile, dal centro e dalla sinistra si solleva un coro di sdegno, mentre dall’Unione delle comunità ebraiche italiane arriva una netta condanna del revisionismo made in Arcore.
Il capogruppo Pd alla Camera, Dario Franceschini, definisce “una vergogna” le parole del Cavaliere, mentre per il leader di Sel, Nichi Vendola, il numero uno del Pdl è un “falsario del presente e del passato”. Meno violento il centrista Pier Ferdinando Casini, che parla di “enorme sciocchezza”, mentre il presidente dell’Udc Rocco Buttiglione si chiede se sia Mussolini “il modello di moderazione di Berlusconi”. Secondo Mario Monti, invece, “la battuta di Berlusconi, se è stata una battuta, è stata veramente molto, molto infelice per il luogo e la circostanza in cui è arrivata”.
“Le dichiarazioni rilasciate da Silvio Berlusconi appaiono non solo superficiali e inopportune – commenta Renzo Gattegna, presidente dell’Unione delle comunità ebraiche italiane – , ma, là dove lasciano intendere che l’Italia abbia deciso di perseguitare e sterminare i propri ebrei per compiacere un alleato potente, anche destituite di senso morale e di fondamento storico”.
Parole che costringono il Cavaliere alla retromarcia: “Non ci può essere alcun equivoco sulla dittatura fascista – precisa Berlusconi in serata -, anche se pensavo che questo dato fosse chiaro per tutta la mia storia politica passata e presente”.
Intanto, il centrodestra parte al contrattacco. Per Roberto Formigoni le parole del Cavaliere vanno “contestualizzate”, mentre Fabrizio Cicchitto si scaglia contro una presunta “forzatura” della sinistra, per poi prodursi in una grottesca hit parade delle dittature: “La dittatura fascista non raggiunse mai l’orrore di quella nazista, che produsse i campi di sterminio, e di quella comunista di Stalin”. Parola di un ex socialista.