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Berlusconi: il Pdl cambierà nome, ma se si vota a ottobre vince la sinistra

Al Pdl manca pathos, ma solo nel nome. Almeno secondo il Cavaliere. L’acronimo nato da “Popolo delle libertà” non è mai piaciuto a Silvio Berlusconi, che oggi rilancia i suo propositi di rinnovamento: “Non suscita emozione – ha ribadito l’ex Premier -, sottoporremo un altro nome per il nostro partito, che però resta lo stesso, composto dalle stesse persone che credono nelle stesse cose, nelle nostre idee“.

La proposta dovrebbe arrivare nel corso del prossimo congresso. E chissà che non spunti nuovamente l’idea, balenata l’anno scorso, di ribattezzare il partito nel modo più semplice e immediato possibile: “Italia”. 

Intanto però, oltre al nome, c’è l’attività politica da tenere sott’occhio. Berlusconi lo sa e oggi decide di scuotere il governo Monti e l’intera maggioranza con una previsione inattesa: secondo il Cavaliere, è possibile che si vada ad elezioni anticipate il prossimo ottobre. Sarebbe il centrosinistra a volerlo, convinto di poter vincere anche con l’attuale legge elettorale e nonostante il leader del Pd, Pier Luigi Bersani, abbia da poco ribadito l’appoggio a Monti fino a fine legislatura.

Dopo l’addio di Fini e il naufragio della Lega – che alle amministrative ha scelto di correre in solitaria – oggi l’ex Premier ritiene possibile l’affermazione degli avversari in caso di voto anticipato e ha parlato dell’eventualità nel corso di una riunione con i coordinatori regionali. La soluzione? Il Pdl, qualunque sia il suo nome in futuro, potrà vincere secondo Berlusconi “solo se i moderati restano uniti”. 

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