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Berlusconi: i tre figli più giovani varano il riassetto della holding H14 e blindano la quota in Fininvest

Imagoeconomica

Prepararsi alla successione e a possibili nuove alleanze, blindando però la quota in Fininvest. Sarebbe questo lo scopo del riassetto societario varato lo scorso 30 giugno da Barbara, Eleonora e Luigi Berlusconi figli di Veronica Lario e Silvio Berlusconi. 

I dettagli dell’operazione H14

I tre figli minori di Silvio Berlusconi hanno diviso in due H14, la holding di cui possiedono una quota paritetica pari al 31,33% del capitale e che controlla il 21,4% di Fininvest. L’affare vale 340 milioni di euro.

Secondo quanto riferisce il Corriere, si tratta di una scissione parziale proporzionale con cui H14 trasferisce una parte consistente del suo patrimonio – esclusa la quota di Fininvest – in una nuova società che replica lo stesso assetto proprietario. Scopo dell’operazione sarebbe quello di “isolare dal resto del portafoglio la partecipazione in Fininvest e allo stesso tempo avere mano libera per alleanze con altri investitori nella nuova società, senza rischiare «contaminazione» esterna nel governo del Biscione”, riferisce il quotidiano di via Solferino.

“La scissione — è scritto nel progetto firmato dal presidente Luigi Berlusconi — nasce in attuazione di un progetto imprenditoriale avente l’obiettivo di separare gli investimenti caratteristici (cioè Fininvest e la partecipazione Lauro) — che rimarranno in capo alla società scissa entro il perimetro del medesimo nucleo familiare — dalle attività di investimento nei portafogli cosiddetti di private equity, hedge funds, digital e permanent capital trasferendole alla società beneficiaria”. Una manovra che – continua il documento “potrebbe consentire in prospettiva l’ampliamento della base societaria” della nuova H14. 

La nuova H14 avrà un patrimonio di 340 milioni, mentre alla vecchia società rimarranno 220 milioni di euro. 

In questo contesto occorre ricordare che la holding dei tre figli minori di Silvio Berlusconi, nel 2021 ha registrato un utile pari a 41,5 milioni di euro, tutto distribuibile, quindi potenzialmente circa 14 milioni a testa di dividendo. 

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