Anche se poche ore prima il suo governo aveva ottenuto (317 contro 293) la fiducia della Camera sul decreto sviluppo, il discorso di Berlusconi che ha aperto la verifica in Senato, è stato tutt’altro che trionfalistico. Almeno nei toni, che sono apparsi pacati, in alcuni passaggi addirittura dimessi. Fermo e chiaro è invece l’obiettivo del premier: arrivare fino al 2013, fino alla conclusione della Legislatura. Così, mentre ha addirittura chiesto la collaborazione delle opposizioni, in particolare di quelle centriste, per fare al meglio gli interessi del Paese, ha ribadito punto per punto gli obiettivi del suo programma, fissando scadenze ravvicinate. Confermati i 5 punti cardine del programma: federalismo fiscale, riforma tributaria, giustizia sicurezza e piano per il sud. E naturalmente l’avvio della riforma costituzionale dello Stato. Programma ambizioso e vasto. Ma l’obiettivo di Berlusconi “non è quello di fare a vita il leader del centrodestra”, ma di “lasciare in eredità un grande partito moderato, ispirato al Ppe, e baluardo di libertà”. Fin qui i principi. Quanto ai temi della polemica politica, anche interna al centro-destra, il premier ha voluto rassicurare sia Tremonti che Bossi. Al primo ha reso encomio solenne per come ha tenuto in ordine i conti pubblici e lo ha rassicurato del fatto che nessuno (“è solo una rappresentazione grottesca dei giornali”) pensa a fare la riforma del fisco in deficit. Al secondo, dopo averlo ringraziato per l’alleanza leale che “nessuno riuscirà mai a mettere a rischio”, ha concesso l’assicurazione che ci saranno meccanismi premiali per i comuni virtuosi e punitivi per quelli che non lo sono. Naturalmente anche, se non in deficit, Berlusconi è certo di presentare la delega per la riforma fiscale prima della pausa estiva, con solo tre aliquote, più basse per tutti, e riducendo a 5 il numero delle imposte. Sulla missione in Libia ha rassicurato i leghisti ricordando che anche la Nato e gli alleati prevedono la fine dei bombardamenti entro settembre. E per quanto riguarda i costi delle missioni ha rimesso tutto a dopo il Consiglio supremo di Difesa presieduto da Napolitano e fissato per l’inizio di luglio. Domani la replica alla Camera. Non si prevedono, al momento voti di fiducia. le opposizioni annunciano critiche durissime, ma con l’estate che incombe non sembra tempo di spallate. Meglio prepararsi per l’autunno.