Un caso internazionale nato da un periodo ipotetico. Mario Draghi al Quirinale? “Assolutamente sì. Se ci fosse una maggioranza che lo proponesse, io lo voterei“. Con queste parole, pronunciate stamane nel corso della trasmissione “Omnibus” su La7, Silvio Berlusconi ha creato una certa apprensione negli ambienti politici, non solo italiani.
Più che una vera e propria richiesta di candidatura, quella del Cavaliere è stata una semplice ipotesi, nemmeno delle più verosimili. La sola idea in circolazione, tuttavia, è stata sufficiente a produrre una chiara reazione da parte di Francoforte: “Il mandato di Mario Draghi quale presidente della Bce è di otto anni, fino al 31 ottobre 2019 – ha precisato un portavoce dell’Eurotower -. E il Presidente è impegnato a portare pienamente a termine suo il mandato“.
In ogni caso, il Cavaliere ha già in mente un nome per il successore di Giorgio Napolitano al Colle e, poco ma sicuro, non si tratta dell’attuale Presidente della Presidente della Banca centrale europea. Chi, allora? “Il candidato in pectore non si svela, altrimenti si brucia“, ha tagliato corto Berlusconi, alimentando ancor di più la nube di mistero intorno alle ultime indiscrezioni da lui stesso diffuse.
Fin qui il numero uno del Pdl si è limitato a rivelare un particolare, peraltro non secondario: “Se verrà a noi la maggioranza capace di eleggere il Presidente della Repubblica – aveva detto in un’intervista a Italia 7 -, spero si possa trovare l’accordo con la sinistra su una persona che anche in partenza possa essere sentito come Presidente della Repubblica di tutti gli italiani. Ho in mente un nome che so certamente essere molto stimato dalla sinistra“.
Una precisazione che basterebbe a escludere ogni pensiero egoriferito, ma oggi Berlusconi ha voluto chiarire: “Non ho mai avuto l’ambizione di fare il presidente della Repubblica“.