Immigrazione, flessibilità e crescita. Come previsto, sono stati questi i temi affrontati nel corso del colloquio odierno tra il Presidente del Consiglio Matteo Renzi e la Cancelliera tedesca Angela Merkel. I due leader hanno stemperato la tensione degli ultimi mesi, ribadendo l’intenzione di cooperare allo scopo di costruire un’Europa più forte, più solida e diversa da quella attuale. Nonostante continuino ad esistere delle divergenze, «Germania e Italia stanno dalla stessa parte».
Fondamentale l’offerta della Merkel a Renzi di un patto di consultazione permanente prima di ogni summit europeo, che alza il rango dell’Italia nell’Unione europea.
«C’è uno spirito europeo che ci unisce» ha spiegato la cancelliera tedesca, facendo i complimenti all’Italia per i risultati raggiunti: «Il premier Renzi è partito con una agenda di riforme molto ambiziosa e il Jobs Act si muove nella direzione giusta. Il successo di queste riforme sarà un contributo importante all’Europa e all’Italia»
Nel corso della conferenza stampa successiva all’incontro il Premier italiano e la Cancelliera tedesca hanno ribadito la volontà di combattere l’immigrazione illegale non solo attraverso un maggiore controllo dei confini esterni, ma anche attuando dei processi che consentano di pacificare e riportare in equilibrio territori a rischio come Siria e Libia.
Parlando di uno dei temi più delicati del momento, vale a dire i finanziamenti da tre miliardi di euro alla Turchia sostenuti dalla Germania, Renzi ha dichiarato l’assoluta disponibilità dell’Italia a fare la sua parte. Il contributo italiano però, arriverà nel momento in cui le istituzioni europee daranno quelle risposte che il nostro Paese richiede da tempo: “come verrà computato questo contributo?” – ha chiesto a chiare lettere il presidente del Consiglio riferendosi alla possibilità di svincolare le risorse dal patto di stabilità. «Speriamo che le risposte che abbiamo chiesto a Bruxelles in ordine alla computazione di questi denari possano arrivare il prima possibile» . Anche perché «se l’Europa perde Schengen perde sé stessa». Disponibilità massima dunque, ma non a scatola chiusa.
Un altro argomento su cui i due leader si sono confrontati è quello relativo alla flessibilità richiesta dal nostro Paese nell’ambito della legge di Stabilità 2016. “Sulle dinamiche di gestione della politica economica non la pensiamo allo stesso modo”, ha sottolineato Matteo Renzi, ricordando il grande lavoro fatto nel corso degli ultimi anni per riportare la crescita in Italia, attuando riforme attese da vent’anni senza violare i parametri previsti da Maastricht.
Il Premier ha ribadito che la flessibilità richiesta dall’Italia non è altro che una delle regole previste dall’UE, regole che devono essere applicate “senza equivoci”. Inoltre è anche una delle condizioni alla base dell’accordo che ha portato all’elezione di Jean Claude Juncker.
Parlando dell’elevato debito pubblico italiano Renzi ha assicurato: «Noi siamo i primi a dire che dobbiamo far scendere il debito: non lo dico per fare un piacere ad Angela, ma per fare un piacere ai miei figli».
«La cosa bella è questa. Che anche quando si tratta della comunicazione della flessibilità, entrambi accettiamo che ci siano interpretazioni della Commissione divergenti» ha chiuso Angela Merkel. «Non mi immischio in queste cose – ha aggiunto – È compito della Commissione decidere l’interpretazione»