A passo di record, il prezzo della benzina si avvicina sempre di più alla temuta soglia dei due euro. Oggi a segnalare aumenti sono Ip, che sale di 1,5 centesimi di euro al litro sulla benzina e di un centesimo sul diesel, Shell, che rincara entrambi i prodotti di 0,5 centesimi, e Q8, che aumenta di 0,6 centesimi solo la verde. Le medie nazionali si attestano a 1,865 euro per la benzina e a 1,774 per il diesel. Il picco massimo raggiunto è 1,980 euro per la benzina.
Prezzi da capogiro che stanno spingendo gli italiani a trovare soluzioni alternative: aumentano le biciclette per le strade e si affollano i mezzi pubblici. Sono i dati relativi ai consumi a dimostrare questo cambio di tendenza.
Le rilevazioni dell’Unione petrolifera e del ministero dello Sviluppo Economico mostrano come nell’acquisto dei carburanti vi sia stata una contrazione del 9,8%. Non accenna a diminuire però la spesa, tenuta alta dagli elevati prezzi, che anzi cresce dell’11,1%, superando i 10 miliardi di euro, entrate che arricchiranno le casse non solo dell’industria petrolifera ma anche quelle del fisco, che con un carico di imposte pari a 5,5 miliardi fra accise e Iva, incassa il 19,8% in più rispetto al 2011.
Si fanno sentire le associazioni dei consumatori, la Codacons chiede un intervento al Governo, “Il premier Monti e i ministri economici devono urgentemente tagliare le accise che gravano sui carburanti, unica possibilità per determinare un sensibile calo dei listini alla pompa”.
La situazione, com’è ovvio, è condizionata dal prezzo del petrolio, il Wti è stabilmente sopra quota 100 mentre il Brent si aggira sui 125. Sembrava fosse stato raggiunto un accordo tra Regno Unito e Stati Uniti sull’immissione nel mercato delle loro scorte petrolifere per calmierare i prezzi, ma è arrivata la smentita di Barack Obama. Il presidente Usa ha inoltre definito “inaccettabili” le agevolazioni di cui godono le società petrolifere.