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Beko Europe annuncia 1.935 esuberi e la chiusura di tre stabilimenti nel 2025. Sindacati: “Piano brutale, governo eserciti subito golden power”

Chiusura entro la fine del 2025 degli stabilimenti Beko Europe di Siena e Comunanza e della linea del freddo a Cassinetta, quasi duemila gli esuberi. Il ministero rifiiuta il piano industriale

Beko Europe annuncia 1.935 esuberi e la chiusura di tre stabilimenti nel 2025. Sindacati: “Piano brutale, governo eserciti subito golden power”

Chiusura entro la fine del 2025 degli stabilimenti Beko Europe di Siena e Comunanza (Ascoli Piceno) e della linea del freddo a Cassinetta (Varese). Saranno 1.935 in totale gli esuberi. È quanto comunicato, in base a quanto si apprende, dai vertici della ex Whirlpool al tavolo ministeriale svoltosi mercoledì 20 novembre a Roma, al Mimit, alla presenza dei sindacati. Le chiusure e gli esuberi sarebbero previsti nel piano per l’Italia comunicato dalla multinazionale turca, un annuncio che arriva dopo 12 anni di cassa integrazione tra ex Whirlpool e Beko Europe.

Beko, la risposta del governo

“Non condividiamo e non possiamo accettare il piano presentato oggi dai vertici di Beko Europe. Faremo rispettare la golden power, che per noi significa tutelare l’occupazione”. Così il sottosegretario Fausta Bergamotto dopo il piano illustrato al tavolo al Mimit dal gruppo Beko Europe, nata dall’acquisizione di Whirlpool Europa da parte della turca Arçelik. “Non accetteremo conclusioni che non siano condivise” con i sindacati”, “eserciteremo ogni tipo di azione possibile affinché la proprietà cambi strategia e, se necessario, ricorreremo anche all’azionista di riferimento” per “chiedere il rispetto degli interessi del nostro Paese”.

Beko, sindacati: “Piano brutale”

Quello di Beko è un “piano industriale brutale, che prevede chiusure e licenziamenti“. Lo si legge in una nota di Fim, Fiom, Uilm, Uglm nazionali nella quale si chiede l’intervento dell’esecutivo: “Di fronte a ciò il Governo deve esercitare subito quella golden power che nei mesi scorsi si è vantato di avere inserito a protezione dei lavoratori nella fase di cessione di Whirlpool Emea a Beko e che non si comprende bene che funzione abbia in termini di deterrenza contro i licenziamenti. Ora è il momento di passare ai fatti, per scongiurare un piano socialmente brutale e il tentativo di saccheggio industriale operato da Beko“. Il sindacato dichiara “immediatamente lo stato di mobilitazione in tutti gli stabilimenti”. Il tavolo è riconvocato per il giorno 10 dicembre alle ore 14.

Beko, ecco cosa dice il gruppo: “Soluzione concreta”

Il piano industriale per le attività italiane presentato oggi rappresenta “una soluzione concreta che permetterà una presenza stabile e di lungo periodo in Italia, grazie ad un assetto che riflette le mutate condizioni del mercato globale, il difficile scenario competitivo cui il settore è sottoposto in Europa”. Lo afferma una nota di Beko Europe in cui l’azienda precisa che “complessivamente, gli investimenti in nuovi prodotti e nell’innovazione dei processi produttivi, attraverso robotica, automazione della logistica interna e digitalizzazione, ammontano a oltre 110 milioni di euro“. Il piano prevede anche esuberi relativi alle unità produttive interessate di Cassinetta, Siena e Comunanza pari a 1.151 unità ed esuberi nell’area impiegatizia e dirigenziale pari a 678 unità.

Beko, l’allarme della politica

I rumors che parlano di 1.935 esuberi indicati dal piano industriale di Beko in Italia mettono in allarme la deputata marchigiana del Pd, Irene Manzi. “L’indiscrezione arriva da fonti sindacali durante i lavori del tavolo al ministero delle Imprese e del Made in Italy dove è colpevolmente assente il ministro Adolfo Urso“, attacca la parlamentare.

Nel piano della ex Whirlpool, prosegue, “è prevista anche la chiusura entro il 2025 degli stabilimenti Comunanza (Ascoli Piceno), oltre quelli di Siena e della linea del freddo a Cassinetta” (Milano). Per Manzi si tratta di “una decisione gravissima che impone al governo di fare la sua parte fino alla fine nelle trattative per impedire questo disastro occupazionale e produttivo. A questo punto vogliamo capire se sarà efficace il golden power. È necessario che l’esecutivo faccia al più presto chiarezza”, conclude la deputata dem.

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