Tutto come da copione, tutto come prima, a conferma di quanto avevamo anticipato ieri, lunedì 9 dicembre: al tavolo d’incontro di oggi, presso il Mimit, per la vertenza Beko, il ministro Urso ha fatto un rapido intervento con una sola novità, un deciso attacco ai partiti dell’opposizione ed ha di nuovo assicurato che, in conformità a quanto ha deciso la multinazionale per le fabbriche italiane, rimane valida l’opzione golden power.
“Siamo in linea infatti – ha risposto Maurizio David Sberna, responsabile relazioni esterne della Corporation – con le disposizioni del golden power”. Quindi il governatore della Regione Toscana, Eugenio Giani, ha ribadito la dura opposizione della Regione alla chiusura della fabbrica di freezer di Siena – ex-Whirlpool ora Beko – prevista per il 2025.
Ancor più decisa Barbara Tibaldi di Fiom-Cgil: “Questo non voglio nemmeno chiamarlo un piano industriale, perché contiene una serie di chiusure e di pesanti esuberi. Siamo pronti a discutere con la Beko ma solo su un vero programma che preveda il ritiro degli esuberi”. Quasi una rottura dei lavori. Ma il comunicato ufficiale della multinazionale turca è molto chiaro laddove – come ha prontamente dichiarato Sberna – è confermato tutto ciò che in occasione dell’incontro dello scorso 20 novembre era stato ufficialmente deciso per quanto riguarda la necessaria revisione degli investimenti e dei programmi futuri negli stabilimenti italiani in vista comunque di una permanenza di lungo periodo nel continente e, in particolare, in Italia.
L’obiettivo primario di Beko Europe – ha sottolineato Sberna – è mantenere una presenza manifatturiera ed operativa stabile e cooking, includendo le attività di Ricerca e Sviluppo (R&D) e di Design Industriale, con un investimento previsto di 110 milioni di euro per la produzione di piani cottura, forni e microonde da incasso.
“Beko Europe ha confermato la disponibilità a proseguire il dialogo con le istituzioni e le parti sociali per definire le modalità e le tempistiche di attuazione, nell’ottica di individuare soluzioni condivise che tutelino il più possibile le persone coinvolte. Nell’ottica della più ampia collaborazione, per l’individuazione di una soluzione che possa garantire un futuro alle attività interessate – prosegue – Beko Europe si impegna a mantenere le produzioni attive e a continuare ad assorbire le significative perdite generate dai siti fino alla fine del 2025, e a continuare la discussione a livello nazionale e locale al fine di agevolare l’individuazione della miglior soluzione possibile”.
Negli ambienti vicini alla direzione europea si osserva che la società sarebbe ora disponibile a discutere le modalità di applicazione, caso per caso, fabbrica per fabbrica. E come, avevamo ieri anticipato – e come Sberna stesso ha ribadito – la società chiederebbe tavoli con presenze limitate e non ovviamente troppo affollate (erano 96 oggi al Mimit) per aprire da qui ad un mese al massimo, degli incontri territoriali per definire in modo operativo quali provvedimenti prendere per ogni situazione critica.
“Vorrei aggiungere – ha rivelato a Sberna a FIRSTonline – che le ultime notizie sull’andamento dei mercati indicano un ulteriore peggioramento degli ordini alle fabbriche, nonostante i discreti risultati degli acquisti per il black Friday”. Troppo poco per invertire un trend drammaticamente pesante e per ridare fiato e ordini alle fabbriche.