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Bce: tassi invariati e fine degli acquisti nel terzo trimestre, ma “l’inflazione rimarrà elevata”

Imagoeconomica

La Bce non delude il mercato e, nonostante l’inflazione, lascia la politica monetaria immutata. Almeno per ora. I tassi d’interesse sono quindi confermati ai minimi storici:

  • 0% sulle operazioni di rifinanziamento principali;
  • 0,25% sulle operazioni di rifinanziamento marginale;
  • -0,50% sui depositi presso la Banca centrale stessa.

Quanto ai futuri rialzi, “qualsiasi modifica dei tassi – ha ribadito l’Eurotower nel comunicato diffuso al termine del Consiglio direttivo – avverrà qualche tempo dopo la conclusione degli acquisti netti di attività nel quadro dell’App e sarà graduale”.

Il piano di acquisti App viaggia verso il capolinea

Confermata anche la decelerazione in programma per il piano di acquisti App: ad aprile la Bce investirà 40 miliardi, che scenderanno a 30 il mese prossimo e a 20 quello successivo. “I dati pervenuti dopo l’ultima riunione rafforzano l’aspettativa che gli acquisti netti dovrebbero concludersi nel terzo trimestre”, si legge ancora nella nota della Bce.

Poi però Lagarde ha chiarito: “Diciamo che lo stop nel terzo trimestre è molto probabile, ma senza dire esattamente quanto, può essere all’inizio o più avanti: un trimestre dura tre mesi”.

Ma il Consiglio direttivo si tiene le mani libere

Per quanto riguarda le mosse future, “la politica monetaria dipenderà dai nuovi dati e dall’evolversi della valutazione delle prospettive da parte del Consiglio direttivo – prosegue la Banca centrale – Nelle attuali condizioni caratterizzate da elevata incertezza, il Consiglio direttivo manterrà gradualità, flessibilità e apertura alle opzioni nella conduzione della politica monetaria. Il board intraprenderà qualsiasi azione necessaria per adempiere il mandato di perseguire la stabilità dei prezzi e per contribuire a preservare la stabilità finanziaria”.

Bce: “L’inflazione rimarrà elevata”

Il conflitto in Ucraina “e l’incertezza connessa pesano considerevolmente sulla fiducia delle imprese e dei consumatori. Le turbative nell’interscambio determinano nuove carenze di materiali e input – si legge ancora nella nota – L’impennata dei prezzi dell’energia e delle materie prime riduce la domanda e frena la produzione. L’andamento dell’economia dipenderà in maniera cruciale dall’evoluzione del conflitto, dall’impatto delle sanzioni vigenti e da eventuali ulteriori misure. L’inflazione è aumentata in misura significativa e rimarrà elevata nei prossimi mesi, soprattutto a causa del forte incremento dei costi dell’energia. Le pressioni inflazionistiche si sono intensificate in molti settori”.

Lagarde: “Stop a gas e petrolio russi avrebbe impatto significativo”

“Ovviamente su petrolio e gas dalla Russia un boicottaggio avrebbe un impatto significativo: bisogna valutare attentamente qualunque rischio del genere”. Lo ha detto la numero uno della Bce, Christine Lagarde, nella conferenza stampa al termine del Consiglio direttivo.

Questa prospettiva “rafforza la determinazione degli europei di muoversi verso energie verdi e nel ridurre la dipendenza” dalle fonti fossili. Ma sulle ricadute di una messa al bando dei combustibili dalla Russia, “sappiamo solo che alcuni paesi Ue sarebbero più colpiti e che gli europei, assieme, guardano alle modalità per un approccio congiunto” su approvvigionamenti e scorte.

In generale, i rischi di indebolimento dell’economia sono aumentati “in maniera rilevante” a seguito della guerra in Ucraina e delle sanzioni contro la Russia: “La guerra sta gravemente intaccando l’economia, l’impatto dipenderà da come si evolverà il conflitto e dalle sanzioni. Monitoreremo attentamente i prossimi dati per valutare le prospettive di inflazione”.

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Categories: Finanza e Mercati