La Banca centrale europea mette in pratica la nuova strategia adottata lo scorso 8 luglio. Dopo aver alzato il livello-obiettivo dell’inflazione (che prima era “al di sotto ma vicino al 2%”, mentre ora è al 2% tondo, con la possibilità di tollerare sforamenti verso l’alto), il consiglio direttivo della Bce ha comunicato oggi che le prospettive per il futuro della politica monetaria sono state modificate in senso ancora più espansivo.
Innanzitutto, i tassi d’interesse rimarranno ai livelli attuali (0% il tasso ufficiale, -0,50% il tasso sui depositi presso la Bce), se non ancora più bassi, più a lungo di quanto indicato in precedenza. Nel dettaglio, l’Eurotower comunica che metterà mano al costo del denaro soltanto quando vedrà l’inflazione destinata a raggiungere il 2% “molto prima” della fine dell’orizzonte temporale delle proiezioni macroeconomiche elaborate dalla stessa Bce. Non solo: per giustificare un aumento dei tassi, il rialzo dell’inflazione dovrà anche essere considerato “durevole”.
Si tratta di una precisazione importante, perché nell’eurozona l’inflazione è effettivamente tornata al 2% lo scorso maggio, ma questa risalita non avvicina affatto la stretta monetaria da parte di Francoforte, visto che si tratta di un rialzo temporaneo e non legato all’inflazione di fondo. Secondo le previsioni pubblicate a giugno, infatti, la corsa dei prezzi si attesterà all’1,9% quest’anno, ma scenderà all’1,5% nel 2022 e all’1,4% nel 2023. “Anche se le prospettive di inflazione sono aumentate, resta una certa distanza rispetto al nostro obiettivo”, ha confermato la numero uno dell’istituto, Christine Lagarde.
Per quanto riguarda le altre misure di politica monetaria, rimangono invariati sia il quantitative easing “tradizionale” (il primo programma di acquisto titoli, che vale 20 miliardi di euro al mese) sia il Pepp (il programma di acquisto titoli varato per far fronte alla crisi pandemica).
Lagarde ha precisato che la nuova forward guidance, ossia la ricalibrazione delle indicazioni per il futuro, non è stata approvata dal Consiglio direttivo all’unanimità, ma con una “soverchiante maggioranza”. In ogni caso, il cambiamento annunciato oggi “è un’indicazione che nessuno vuole una stretta prematura: l’esperienza ci ha insegnato che la pazienza è un elemento fondamentale per ricostituire la fiducia e il nostro approccio è quello di mantenere la mano salda”.
Infine, la numero uno della Bce ha sottolineato che “la ripresa economica è in carreggiata, aumentano le persone vaccinate e vengono allentate le misure di lockdown, ma la pandemia continua a gettare un’ombra: la variante delta del coronavirus può minare la ripresa nei servizi, specialmente su turismo e alberghiero”.