Donald Trump potrebbe rinviare l’entrata in vigore dei dazi per il Messico, già fissata per lunedì. Il governo messicano, riferisce Bloomberg, ha infatti deciso l’invio di 6mila uomini ai confini meridionali per tamponare il flusso di migranti da Honduras e Guatemala. Gli Usa avranno anche più libertà d’intervento al confine. “Non è abbastanza, andiamo avanti”, ha commentato il presidente. Ma la notizia, in una giornata orfana dei listini cinesi chiusi per festività, è sufficiente a garantire stamane il rialzo dei listini in attesa dell’ultimo appuntamento-chiave della settimana: il dato sui nuovi posti di lavoro in Usa, statistica cruciale per capire se la Fed abbasserà i tassi nella prossima riunione oppure sceglierà la linea dell’attesa come ha fatto la Bce: Mario Draghi, prossimo alla scadenza, non è riuscito ad ottenere il via libera al piano di stimolo sperato dai mercati.
FERMA LA CINA, SALE IL GIAPPONE
Salgono stamane le Borse giapponesi: +0,4% il Kospi coreano e l’India, spinta dal calo dei tassi. Poco mosso lo yen a 108,5 sul dollaro. Tokyo non intende fissare un tetto alle oscillazioni della valuta come ha chiesto Washington.
Il governatore della banca centrale cinese YI Gang ha intanto ammonito che, se la guerra sui commerci peggiorerà, Pechino prenderà “le contromisure più opportune. Gli spazi di manovra sono immensi”, ha aggiunto. S’intensificano però i contatti trai Big per far sì che l’incontro tra Trump e Xi Jinping a fine mese non registri un nuovo fallimento.
PETROLIO IN RIALZO. RIYAD NON CONVINCE PUTIN
Petrolio in rialzo stamane per il secondo giorno: Brent a 62,5 dollari il barile (+1,3%), WTI a 53,3 dollari (+1,4%). Il viaggio della diplomazia saudita a San Pietroburgo non sembra aver smosso il governo russo, intenzionato a non estendere di altri sei mesi l’accordo sul contenimento della produzione.
Petroliferi al palo in Piazza Affari: Eni +0,2%, Saipem +0,3%.
FED PRONTA A MUOVERSI DOPO I DATI SULL’OCCUPAZIONE
Il calo della tensione con il Messico ha favorito il rialzo delle Borse Usa: Dow Jones +0,71%, S&P 500 +0,61%. Nasdaq +0,53%. Per la prima volta da un mese i tre principali listini chiudono assieme in rialzo.
I mercati si sintonizzano oggi sui dati sull’occupazione negli Stati Uniti: il consensus si aspetta per maggio +175.000 nuovi posti di lavoro, da 263.000 di aprile, con una modesta accelerazione della paga oraria.
DRAGHI NON SPARA LE SUE MUNIZIONI
Soddisfatti? Non proprio. Anzi, un po’ delusi, a giudicare dall’andamento dei listini nel finale. Così i mercati hanno reagito alle parole di Mario Draghi in conferenza stampa: “Nonostante i dati migliori del previsto del primo trimestre – ha detto il banchiere – le informazioni più recenti indicano che i venti contrari globali continuano a soffiare sulle prospettive dell’Eurozona”. Ovvero i tassi devono restare bassi ma non è il caso di sparare adesso tutte le munizioni perché, come ha commentato Giuseppe Sersale di Anthilia, “gli strumenti a disposizione dell’ECB per rendere ulteriormente espansiva la politica monetaria non sono così abbondanti, e il bazooka va quindi preservato per situazioni davvero serie”.
TLTRO MENO GENEROSO CHE IN PASSATO
In sintesi, la Bce lascerà i tassi d’interesse invariati agli attuali minimi storici almeno fino alla metà del 2020 e comunque fino a che sarà necessario. Lo ha comunicato l’istituto in una nota. In particolare, il tasso principale rimarrà a 0%, quello sui depositi a-0,40% e quelli sui rifinanziamenti marginali a 0,25%.
Il costo dell’operazione di rifinanziamento, il cosiddetto Tltro, sarà meno conveniente per il sistema bancario rispetto al Tltro II, ma in prospettiva potrebbe migliorare: dal tasso di -0,40% precedente si passerà a un range -0,30%/+0,10%.
PIAZZA AFFARI PIATTA, SCIVOLA FRANCOFORTE
Piazza Affari, che guadagnava un punto prima della conferenza stampa, ha chiuso la seduta poco sopra la parità: +0,11%, a 20.177 punti.
Francoforte è arretrata dello 0,2%. Gli ordini alle industrie tedesche durante il mese di aprile sono cresciuti dello 0,3%, superando le aspettative. Parigi -0,26%, sale Madrid (+0,24%).
Meglio i listini fuori dall’Eurozona: Zurigo +0,88%, Londra + 0,7%, anche se la Gran Bretagna continua a pagare il conto della Brexit. Ford chiuderà il suo stabilimento a Bridgend, nel Galles, a settembre 2020 con la perdita di 1.700 posti di lavoro.
NUOVO MINIMO PER I BUND, SPREAD A 275
La disponibilità della Bce a mantenere basso il costo del denaro (se necessario, sottolinea Draghi, potrà scendere ancora) favorisce gli acquisti di Bund tedeschi: il decennale è scivolato a -0,23%, nuovo minimo storico.
Lo spread si allarga di 5 punti base a 275, per un rendimento del Btp dieci anni al 2,51%. Draghi, che ha bocciato senza appello i mini Bot, non ha offerto appigli al governo gialloverde: “La Commissione Europea ha concluso che l’Italia deve ridurre il rapporto debito/Pil e l’Italia dovrà produrre un programma di riduzione di medio termine credibile. Non credo che verrà chiesto un rapido calo”.
L’euro tratta stamane a 1,126 sul dollaro.
VENDITE SULLE BANCHE, UTILITY SUGLI SCUDI
Sul mercato azionario le vendite si sono concentrate sul settore bancario in frenata dopo l’avvio vivace. Perdono colpi i Big: Unicredit -1,6%, Intesa Sanpaolo-1,1%, come le ex Popolari Ubi Banca (-1,5%) e Banco Bpm (-1,8%). La Popolare di Sondrio lascia sul terreno il 3,5% dopo che Fitch ha annunciato il taglio del rating di lungo periodo.
Nexi +2,3%, nuovo record dalla quotazione. Entra da lunedì 24 giugno nell’indice Ftse Mib, esce Banca Generali -2%. Nel gestito Azimut cala del 3%. Ubs ha tagliato il giudizio a Sell.
Al contrario del credito, la conferma dei tassi bassi ha portato nuovo denaro sulle utilities: Enel +1,4%, A2A +1,5%, Italgas +0,5%.
REGGE FCA, FERRARI AL MASSIMO
La scuderia Agnelli ha retto al colpo del mancato accordo Fca-Renault. Fca (+0,09%) ha chiuso a ridosso della parità dopo aver recuperato circa quattro punti di perdita. È andata assai peggio a Renault (-6,4%). Stabile Exor (-0,3%). Ferrari (+1,5%) ha segnato il nuovo record storico; Cnh -0,2%. In sostanza, arretra solo Juventus, -2,27% dopo il balzo della vigilia.
Da segnalare anche le performances di Autogrill (+4,6%) e Leonardo (+3%). E di Salvatore Ferragamo (+1,86%) promossa da Hsbc da reduce a hold, e con prezzo obiettivo che è salito da 16 a 19 euro.
Kepler Chevreux ha invece punito Falck Renewables (-11,25%) da old a reduce. Promossa invece Terni Energia (+2,43%) dopo la cessione di 22 impianti fotovoltaici.