Si allenta la stretta creditizia nell’area euro per i prestiti a famiglie e imprese. È quanto emerge dall’indagine realizzata dalla Bce sul sistema bancario e pubblicata sul bollettino mensile. Nel secondo trimestre dell’anno le banche dell’area dell’euro hanno segnalato un allentamento netto dei criteri di concessione del credito applicati ai prestiti a favore sia delle imprese sia delle famiglie, anche se i criteri di fido rimangono ancora “relativamente restrittivi”.
Nel periodo in esame la domanda netta di prestiti ha continuato a essere positiva e si è collocata al disopra della sua media storica nel caso dei prestiti alle imprese e dei prestiti alle famiglie. In prospettiva, per il terzo trimestre di quest’anno, le banche si attendono un allentamento netto dei criteri di concessione dei prestiti e un aumento netto della domanda per tutte le categorie di prestiti.
Per quanto riguarda i prestiti alle imprese, l’indagine rivela che per la prima volta dal secondo trimestre del 2007, nel secondo trimestre di quest’anno le banche dell’area dell’euro hanno riportato un allentamento netto dei criteri di concessione dei prestiti alle imprese (-3 per cento, rispetto all’1 per cento del trimestre precedente).
Sempre nel secondo trimestre le banche dell’area euro hanno segnalato ancora una volta un allentamento netto dei criteri di concessione dei prestiti alle famiglie per l’acquisto di abitazioni (-4 per cento, sostanzialmente come nel trimestre precedente). In media, tutti i fattori sottostanti, ossia i costi di provvista e i vincoli di bilancio delle banche, i rischi da esse percepiti e le pressioni concorrenziali, hanno contribuito all’allentamento netto dei criteri di fido.
Le banche hanno ulteriormente rilassato, in misura considerevole, i termini e le condizioni di prezzo applicati ai mutui per l’acquisto di abitazioni nel secondo trimestre. In prospettiva, le banche dell’area dell’euro si attendono un allentamento netto marginale dei criteri di affidamento relativi ai prestiti per l’acquisto di abitazioni nel terzo trimestre del 2014 (-1 per cento).
La Bce ha ribadito inoltre che il Consiglio direttivo “manterrà un elevato grado di accomodamento monetario” e i tassi di interesse di riferimento “si attesteranno sui livelli correnti per un prolungato periodo di tempo, in considerazione delle attuali prospettive di inflazione”; inoltre, il board “è unanime nel suo impegno a ricorrere anche a strumenti non convenzionali nel quadro del proprio mandato qualora si rendesse ancora necessario affrontare rischi connessi con un periodo di bassa inflazione eccessivamente prolungato”.