Attenzione al debito, la Bce avvisa che non è il momento di abbassare la guardia: “Onde evitare che vengano ripetuti gli errori del quadro di governance vigente prima della crisi è importante che la regola del debito, una delle principali lezioni impartite dalla crisi, non sia messa da parte”. All’indomani della bocciatura della Grecia, alla quale la Bce ha chiuso lo sportello della liquidità, il bollettino mensile della Banca centrale europea mette in guardia anche gli altri Paesi, ricordando le regole di flessibilità introdotte nel Patto di stabilità per favorire la crescita.
In particolare, con riferimento all’Italia, la Bce ha ricordato che con le nuove norme che rendono flessibile l’applicazione del Patto di Stabilità in caso di congiuntura sfavorevole, “lo sforzo strutturale richiesto all’Italia nell’ambito del braccio preventivo sarebbe dimezzato allo 0,25% del Pil, pur ricordando che il rispetto della regola del debito è un requisito vincolante del Patto di Stabilità e Crescita”.
L’intervento della Bce arriva dunque a sventare “rischi di incoerenze” della nuova interpretazione sulla flessibilità nei conti pubblici della Commissione europea, quando proprio in merito alla regola del debito, e in diverse occasioni, il commissario responsabile degli Affari economici Pierre Moscovici aveva rilevato che nel caso dell’Italia la sua rigorosa attuazione sarebbe stata particolarmente penalizzante in questa fase, lasciando intendere che probabilmente la Commissione non ci si impunterà.
“La riduzione dei requisiti di aggiustamento a livello strutturale – si legge ancora nel bollettino – può essere piuttosto consistente dato che i Paesi possono ricorrere a tutte e tre le disposizioni in misura cumulativa. La flessibilità deve però essere calibrata con attenzione per non pregiudicare la sostenibilità del debito e la sua applicazione coerente tra i vari paesi e nel tempo”.
Le tre misure alle quali si riferisce la Banca centrale sono: il nuovo trattamento delle condizioni cicliche nell’ambito del braccio preventivo (la fase precedente a quella in cui uno Stato membro viene sanzionato per non aver osservato le regole del Patto, ndr); la considerazione della riforme strutturali e il trattamento degli investimenti pubblici con la reintroduzione della clausola applicata nel 2013-2014 e poi sospesa per il 2015 (inizialmente era vincolante l’osservanza della regola del debito e per questo la richiesta di utilizzare questa clausola avanzata dall’Italia la scorsa primavera era stata respinta, ma oggi questo vincolo è stato eliminato). Per quanto riguarda le riforme, la Bce specifica che vanno “prese in considerazione le sole riforme strutturali che sono effettivamente attuate”.