Sono principalmente tre le incognite che incideranno sulle prossime decisioni della Bce: l’andamento della Cina, la Grecia e le decisioni in termini di politica monetaria della Federal Reserve. Questa mattina si riunisce il board di Francoforte e tutti occhi saranno puntati su Mario Draghi che nel primo pomeriggio parlerà in conferenza stampa.
Sul tavolo del Consiglio Direttivo della Bce ci saranno le nuove previsioni economiche di settembre che risentono della tempesta cinese che si sta abbattendo sui mercati mondiali. Il crollo estivo del Dragone inciderà sulle prossime decisioni della Fed probabilmente forse rimandando l’atteso rialzo dei tassi. In questo caso il cambio tra dollaro e yuan e tra il biglietto verde e l’euro potrebbero apprezzarsi.
La Bce deve fare i conti con un euro in forte rialzo negli ultimi mesi. Il cambio della moneta unica europea verso le principali valute è in rialzo dal mese di aprile del 5,8% registrando anche un picco del 7,3% nel mese di agosto. Attualmente la Bce deve fare i conti con un indice che si aggira sui livelli di gennaio, quando è partito il programma del Quantitative Easing.
Risultano in rialzo anche i rendimenti dei titoli di Stato che soprattutto sulle scadenze medio-lunghe sembrano aver già esaurito i benefici del Qe. I risultati in questi mesi si sono ottenuti, ma forse Mario Draghi si aspettava qualche effetto in più dal suo bazooka monetario. Nel corso della conferenza stampa di oggi potrebbe ribadire ancora una volta la disponibilità della Bce a proseguire con il programma di acquisto di titoli e, se necessario, allungarne la scadenza.
Su questa situazione grava l’incognita Grecia. Il board della Bce deve decidere se comprendere il Paese tra i beneficiari della liquidità a costo vicino allo zero. La banca europea dovrebbe concedere una nuova deroga alla Grecia permettendo così alle sue banche di godere del Qe nonostante i suoi titoli di stato siano ben al di sotto del rating richiesto. Il requisito minimo chiesto dalla Bce è infatti un rating BBB mentre i titoli di stato di Atene si fermano al CCC. La decisione, che il board potrebbe prendere anche in un secondo momento, eviterebbe alla Grecia di dover ricorrere alla liquidità di emergenza dell’Ela. Il tutto gira intorno all’accordo per il piano di salvataggio e le riforme preliminari messe in campo dal governo di Tsipras: se saranno giudicate sufficienti, il Consiglio direttivo darà il via libera alla deroga.
Ultimo tema da affrontare è quello centrale dell’inflazione. Il calo dei prezzi dell’energia e del petrolio, collegato al rallentamento dell’economia mondiale, potrebbe ulteriormente rallentare il percorso verso il ritorno alla normalità dei prezzi. Secondo gli analisti infatti, la Bce dovrà rivedere al rialzo i tempi necessari per il raggiungimento dell’obiettivo del 2% e quindi continuare a puntare sul programma di Qe.