Dopo la lunga corso del Toro, com’era prevedibile, è partito il ballo delle debuttanti. Ieri l’esordio a Wall Street di DoorDash ha superato le previsioni: la società della consegna di cibo a domicilio ha chiuso in rialzo dell’80%, arrivando a una capitalizzazione di 71 miliardi di dollari. Ma lo sbarco di Airbnb potrebbe essere ancora più spettacolare: si parla di una valutazione di circa mille dollari per ogni casa, o stanza, o appartamento presente sulla piattaforma. A giustificare la bolla è tra l’altro la voglia dei mercati di lasciarsi la pandemia alle spalle, anche se i numeri, per ora, non giustificano l’euforia: ieri negli Usa è stato superato il tetto dei 3 mila morti in un solo giorno.
Stamattina in Asia, il Nikkei di Tokyo è in calo dello 0,1%, l’Hang Seng di Hong Kong dello 0,4%, il Kospi di Seul dello 0,2%. Il CSI 300 dei listini di Shanghai e Shenzen è in rialzo dello 0,3%, sulle aspettative di dati macroeconomici molto positivi in arrivo la settimana prossima. A novembre, secondo Bloomberg, la produzione industriale e le vendite al dettaglio dovrebbero aver registrato un’ulteriore accelerazione. Non disturba più di tanto la guerra del vino in corso con l’Australia: stanotte Pechino ha imposto agli esportatori australiani di depositare una cauzione in vista di un’indagine sugli aiuti di Stato da loro ricevuti in questi anni. Sempre stanotte, 21 società cinesi sono state rimosse dagli indici S&P e Dow Jones, a seguito dell’ordinanza della Casa Bianca.
Lo stallo al Congresso degli Stati Uniti sugli aiuti da far arrivare a famiglie, aziende ed enti pubblici in difficoltà a causa della pandemia ha fermato ieri la corsa di Wall Street. La notizia della guerra legale scatenata da un largo fronte di procure, stati ed autorità contro Facebook ha dato una spallata al Nasdaq (-1,9%). Si fa strada la richiesta di uno spezzatino dell’impero di Mark Zuckerberg imponendo la vendita di What’s App e di Instagram.
Euro in apprezzamento sulla sterlina dopo le tre ore di incontro “franco” di ieri sera tra Boris Johnson ed Ursula von der Leyen.
TEMPO SCADUTO: BORIS E URSULA VERSO IL DIVORZIO
Il tempo è scaduto. Prenderemo una decisione entro domenica sera. Si sono lasciati così ieri a tarda sera Boris Johnson ed Ursula von den Leyen dopo una “franca discussione” a cena. Tre ore servite a mettere a punto i particolari del divorzio davanti, nota il Financial Times, a formidabili portate di pesce, specie pettini di mare che, dopo la Brexit, costeranno nella Ue un 20% in più.
“Abbiamo avuto una schietta discussione – ha detto Von der Leyen – in cui abbiamo chiarito una volta per tutte le posizioni: le distanze restano notevoli”. Il premier inglese, subito ripartito per Londra, ha confermato che “restano grandi distanze tra le nostre posizioni”.
MA MERKEL TROVA L’ACCORDO SUL RECOVERY FUND
Si va invece verso un’intesa entro domani tra Bruxelles e i ribelli di Ungheria e Polonia che consentirà il decollo del bilancio Ue da 1.800 miliardi di euro e del Recovery Fund. Le diplomazie, sotto la spinta della Germania, hanno individuato un compromesso tra la richiesta di subordinare gli aiuti al rispetto di principi non garantiti dalle attuali legislazioni di due Paesi e la loro minaccia di far saltare l’accordo tra i 27. L’intesa dovrebbe prevedere che nuove regole, calibrate con grande prudenza, si applichino solo dal 2021.
PEPP E TLTRO OGGI LE VITAMINE DELLA BCE PER LA CRESCITA
Per quanto riguarda l’ultima riunione dell’anno della Bce, è scontato che Christine Lagarde intenda ribadire la necessità di una politica espansiva. Ci sarà l’aumento dell’importo e della durata del Pepp (500 miliardi in più entro la fine dell’anno) e un amento del Tltro a condizioni attraenti. Secondo François Rimeu, senior strategist di La Française, “potremmo vedere una riduzione delle stime sull’inflazione a seguito del rialzo dell’euro. E bisogna ricordare che per la prima volta avremo anche le proiezioni per il 2023. Ci attendiamo che l’inflazione prevista per il 2023 sarà, ancora una volta, inferiore all’obiettivo (circa l’1,4% di inflazione core). Ci aspettiamo anche un commento sulla forza dell’euro, ma non c’è nulla che la Bce possa fare.”
EXOR ALL’ATTACCO: ELKANN IN CINA ASSIEME AD HERMES
Exor investirà in Shang Xia 80 milioni di euro, sottoscrivendo un aumento di capitale che le darà la maggioranza della società cinese. Gli attuali due soci, Hermès e la stilista Jiang Qiong Er, resteranno nell’azionariato per condividere con la holding della famiglia Agnelli lo sviluppo della griffe. Al di là dei numeri, conta il prestigio del partner francese: “Con Exor condividiamo una profonda cultura familiare e imprenditoriale, grazie alla quale potremo conseguire nuovi successi per Shang Xia”, ha detto Axel Dumas, presidente esecutivo di Hermès, l‘unico ad aver avuto ragione di Bernard Arnault. che invano ha cercato di rompere l’unità della famiglia.
I PEUGEOT COMPRANO, VERSO L’OK DEL’ANTITRUST
Corre Fca (+2,76%), favorita dalle indiscrezioni su un prossimo via libera dell’Antitrust Ue alla fusione con Psa. Come previsto dagli accordi, la famiglia Peugeot ha acquistato un ulteriore 2% della società transalpina. Meglio ancora Ferrari (+2,81%). Bene Pirelli (+2,11%) promossa da Kepler Cheuvreux da hold a buy, con prezzo obiettivo che passa da 4,2 a 5,2 euro.
STM SPINGE AL RIBASSO MILANO E PARIGI
Giornata negativa per Piazza Affari, che, maglia nera del vecchio Continente, scende sotto quota 22mila punti (21.969, -0,38%). Sotto anche Parigi (-0,25%) anch’essa vittima, come Milano, del tracollo di Stm dopo i conti e, soprattutto, le previsioni sugli obiettivi.
Il gruppo italofrancese, che ha lasciato sul terreno il 12% circa sia a Milano che a Parigi, ha pagato gli effetti dell’embargo Usa su Huawei e, più ancora, il calo delle vendite nell’automotive. Deboli le prospettive di ripresa: nel 2023 i ricavi saranno intorno a 12 miliardi di dollari ed il margine operativo pari al 16% mentre gli analisti si aspettavano circa il 18% già nel 2022. L’andamento meno brillante del previsto dell’utile è in parte dovuto al cambio euro dollaro sfavorevole.
POSITIVA FRANCOFORTE, ATENE IN RIALZO DA 14 SETTIMANE DI FILA
In lieve rialzo le altre piazze: Francoforte +0,46%, Madrid +0,1% e Londra 0,07%. Da segnalare Atene (+1,5%), in corsa per registrare la quattordicesima settimana consecutiva in rialzo, la serie più lunga di sempre.
SPREAD A 115, BOT ANNUALI A -0,498%.
Il Tesoro ha assegnato tutti i 7 miliardi di euro di Bot annuali offerti in asta con tassi in ulteriore ribasso. Il rendimento medio è sceso a -0,498%, da -0,478% del collocamento di novembre. La domanda ha superato i 12,8 miliardi di euro con un rapporto di copertura pari a 1,83.
Il secondario italiano termina in marginale rialzo una seduta dominata dall’attesa delle ultime aste a medio-lungo dell’anno. La forbice tra i tassi Btp e Bund sul tratto a 10 anni si attesta a 115 punti base da 117. Il tasso del decennale è a 0,54% da 0,55% della precedente chiusura.
RISIKO BANCARIO: SPUNTA UNICREDIT/BPER
Tornano le manovre sul fronte bancario. Emerge il progetto di una banca d’affari per integrare Unicredit (+1,2%) e Bper (+2,5%). Nella combinazione Unipol, principale azionista di Bper Banca, subentrerebbe ad Aviva alla scadenza dell’accordo di partnership assicurativa con UniCredit. Il nuovo gruppo avrebbe inoltre un nucleo stabile di azionisti italiani con una quota del 10%. Banco Bpm +1,26%.
CORRE ANCORA MONCLER, SI SVEGLIA TOD’S
Prosegue nel lusso l’effetto dell’acquisto di Stone Island da parte di Moncler (+3,81%). Acquista su Ferragamo (+1,73%) e Cucinelli (+0,55%). Prende il volo Tod’s (+5,32%).
ENI E MAIRE A TUTTO IDROGENO
Eni +0,6% e Saipem -0,47%. Le due società hanno firmato un accordo per cooperare nell’identificazione e ingegnerizzazione di iniziative e progetti di decarbonizzazione in Italia.
Maire (+6,5%) ha firmato un MoU con Enel Green Power per un impianto di idrogeno verde negli Usa.