Le agenzie di rating promuovono le banche più grandi e quelle con cui fanno più affari, e che, cioè, emettono il maggior numero di titoli derivati (che sono obbligatoriamente sottoposti al vaglio delle agenzie, con ciò che, in termini di commissioni, ne consegue), alimentando così il loro business.
A sostenerlo è addirittura un documento della Bce (che in copertina specifica come la tesi contenuta esprima il punto di vista degli autori e non necessariamente quello della banca), anticipato stamani da “ilSole 24 Ore” e intitolato “Bank ratings: what determines their quality?”.
Dopo aver raccolto i dati dei 1.189 soggetti emettitori di titoli derivati abs, raccolti nel database di Dealogic, i ricercatori hanno incrociato la lista dei 200 maggiori emettitori (che abbracciano una fetta di mercato pari al 90%) con quella delle 369 banche che hanno ricevuto i voti migliori, giungendo alla ccnclusione che ben 53 istituti figuravano in entrambe le liste, mentre i rimanenti 147, per la grandissima parte, non sono banche.
Il dato non sorprende, in ogni caso, ma sicuramente l’autorevolezza della Bce ammanta la ricerca di una grossa credibilità, e mette nuovamente in discussione il sistema delle agenzie di rating che, oltre che fallibile, rischia seriamente di dimostrarsi autoreferenziale.