È arrivato il secondo taglio. Come da attese, la Bce ha deciso di tagliare i tassi dello 0,25%. Il tasso sui depositi passa dunque da 3,75% a 3,50%, quello sui rifinanziamenti principali, per l’aggiustamento tecnico causato dal nuovo quadro operativo, scende dal 4,25% al 3,65%, mentre quello sui prestiti marginali (per la stessa ragione), cala dal 4,50% al 3,90%.
Quella di oggi è la seconda sforbiciata dell’anno. La prima era arrivata a giugno dopo tre anni di politica monetaria restrittiva. Le previsioni per il prossimo futuro? La Banca centrale europea dovrebbe effettuare il terzo e ultimo taglio dell’anno nel mese di dicembre, sempre di 25 punti base. Per il 2025, invece, si prevedono tagli con cadenza trimestrale, salvo indicazioni negative sui prezzi che potrebbero aprire alla possibilità di tagli più frequenti.
La Bce e il nuovo quadro operativo
Come detto, se il tasso sui depositi – da anni quello di riferimento per il costo del denaro – è sceso di 25 punti base, con la riunione di giovedì è entrato in vigore il nuovo regime con cui la Bce orienta la politica monetaria. Con il risultato che il tasso sui rifinanziamenti alle banche non scenderà di 25, ma di 60 punti base: 25 dei quali di riduzione del costo del denaro, e 35 a causa di un aggiustamento tecnico previsto del nuovo “quadro operativo” annunciato dalla Bce a marzo.
Inflazione al 2,5% nel 2025
La Bce ha inoltre confermato la stima sull’inflazione dell’Eurozona per il 2024: i prezzi si manterranno al 2,5% la stessa percentuale indicata a giugno. Rimangono le medesime rispetto a giugno, anche la stima sul 2025, con l’inflazione prevista al 2,2%, e quella sul 2026, all’1,9%.
L’inflazione – spiega l’Eurotower in una nota – “dovrebbe tornare ad aumentare nell’ultima parte di quest’anno, anche perché i precedenti bruschi ribassi dei prezzi dell’energia non incideranno più sui tassi calcolati sui dodici mesi”, e poi “diminuire fino a raggiungere il nostro obiettivo nella seconda metà del prossimo anno”.