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Bce e Qe, su Draghi tutti gli occhi dei mercati

È arrivato il giorno della verità per la Bce. Anzi, per la politica dei bassi tassi d’interesse che alimentano il rialzo dei listini azionari dell’intero pianeta. I mercati guardano con crescente attenzione alla prossina nomina del presidente della Fed, il falco John Taylor o la colomba Jerome Powell, anche se Donald Trump non esclude una conferma di Janet Yellen. A Londra si aspetta (e si teme) il primo rialzo dei tassi dopo dieci anni, specie dopo gli ultimi dati sulla congiuntura.

Ma la madre di tutte le decisioni sarà quella che stamane prenderà il direttorio della Bce. I pronostici oscillano per un aggiustamento che va da 20 a 40 miliardi mensili. Viene invece dato per scontato che il Qe proseguirà anche nel 2018. Molto importante saranno, al solito, i segnali in arrivo dalla conferenza stampa di Mario Draghi. In particolare. L’enfasi che verrà posta sulla possibilità di riaprire il rubinetto degli acquisti “in caso di necessità”.

Semplificando al massimo, si può azzardare che tanto più graduale sarà la riduzione degli acquisti tramite il QE, tanto più positiva sarà la reazione del mercato obbligazionario. Non si esclude, in caso di conferma degli acquisti per il 2018, un ulteriore recupero dello spread Btp/Bund in area 1,9%. Ma Draghi dovrà preoccuparsi di contenere l’allargamento a della forbice tra rendimenti Usa e Eurozona giunta a livelli record: sulle scadenze da due a dieci anni, lo spread Usa/Germania oscilla tra 230 a 195 punti base, a favore dei Treasury Usa.

IL BUND SALE A 0,5%, T BOND AI MASSIMI DA MARZO

Le tensioni della vigilia sono alla base dell’aumento dei rendimenti del T bond decennale Usa, salito fino ad un massimo del 2,475% (ai massimi da sette mesi) mentre in parallelo il Bund tedesco di pari durata è cresciuto allo 0,50%. Nel corso della notte il rendimento è calato al 2,40%. L’euro è intanto salito a 1,1833 sul dollaro.

DA TOKYO A SHANGHAI, ASIA IN MARCIA

Riprende il rally della Borsa di Tokyo (+0,3%). Hong Kong -0,1%. Seoul -0,1%. Mumbai -0,2% Al termine del Congresso del Partito comunista cinese l’indice CSI 300 dei listini di Shanghai e di Shenzen, sale dello 0,7%. L’ultimo segnale dello strapotere del presidente Xi Jingping arriva dalla composizione del Politburo: tra i sette prescelti non c’è, come da tradizione, un dirigente attorno ai 50 anni, designato a raccogliere l’eredità del leader. Xi, insomma, resterà in carica a lungo.

AT&T E BOEING FRENANO IL DOW JONES

Seduta in forte ribasso per i listini Usa, spinti all’ingiù dai dati deludenti di AT&T -3,9% e di Boeing -2,8% che ha rivelato costi maggiori del previsto per il programma di rifornimento in volo degli aerei.

L’indice Dow Jones è calato dello 0,48%, in linea con il Nasdaq (-0,52%) e l’S&P 500 (-0,47%). Positivi i dati macro: gli ordini di beni durevoli sono cresciuti del 2,2% a livello mensile a settembre. Bene anche le vendite di nuove case negli Stati Uniti che a settembre sono aumentate del 18,9% rispetto ad agosto.

SAIPEM CORREGGE DOPO IL RALLY

Contrastati i prezzi del petrolio: il Wti ha ceduto 29 cent a 52,18 dollari e il Brent è salito di 7 a 58,4. circola l’ipotesi che l’Arabia Saudita e la Russia vogliano estendere l’accordo di taglio della produzione petrolifera fino alla fine del 2018. A Piazza Affari Saipem è arretrata del 3,8% dopo il +10,8% di martedì sull’onda dei risultati trimestrali e la conferma della guidance 2017. Barclays ha alzato il prezzo obiettivo a 4 da 3,8 euro e Natixis al 3,4 da 3,29 euro. Male anche Eni -0,8% in un contesto depresso per i petroliferi anche sulle altre piazze europee.

L’ARABIA PROGETTA L’OASI TECH: 500 MILIARDI DI DOLLARI

A Riyad, davanti ad una platea di 3.000 investitori, l’erede al tono saudita Mohammed bin Salman ha annunciato la creazione di Neom, una nuova zona economica ad alto tasso di innovazione tecnologica sulle rive del Nar Rosso. Sarà un investimento di 500 miliardi di dollari, in parte sostenuto dal fondo sovrano saudita, che crescerà fino a 400 miliardi di dollari. In parte dai capitali privati in arrivo dall’estero. “Il decollo economico – ha detto – è fondamentale per la crescita di un Islam moderato”.

L’EREDITÀ DI SCHAEUBLE: ZERO DEBITI

In attesa della Bce, c’è da segnalare l’avvio delle trattative per la nascita del nuovo governo tedesco. Cdu-Csu, liberali e Verdi sono d’accordo su un punto: niente nuovi debiti, nessuna apertura alle richieste di credito per il resto del dell’Eurozona. La Bild pubblica la foto della festa per Wolfgang Schaeuble organizzata dai dipendenti del ministero; tutti vestiti in nero attorno alla scritta “zero debiti”.

MILANO IN ROSSO. LONDRA TEME L’AUMENTO DEI TASSI

A Milano l’indice arretra dello 0,81% a quota 22.446 punti, primo ribasso dopo tre sedute consecutive di rialzo. Giù anche gli altri listini dell’Eurozona: Madrid -0,51%; Francoforte -0,46%; Parigi -0,37%. Peggior piazza europea è Londra, -1,05%, a causa del rialzo della sterlina dopo i dati sul Pil del terzo trimestre, migliori del previsto. Prende corpo la prospettiva del primo aumento dei tassi dopo dieci anni.

Rendimenti in leggera risalita per i titoli di Stato della zona euro alla vigilia dell’appuntamento più delicato dell’anno: Bund decennale tedesco a +0,49%, massimo da inizio agosto; Btp 10 anni poco mosso a 2,03%. Sulle scadenze da due a dieci anni, lo spread Usa/Germania oscilla tra 230 a 195 punti base, a favore dei Treasury Usa. Il premio di rendimento tra i decennali italiano e tedesco agosto 2027 ha chiuso a 156 dopo un tuffo al minimo di 155,3, nuovo record dal 9 agosto.

OGGI L’ASTA CTZ. IN ARRIVO 8,5 MILIARDI DI BTP

Dopo il collocamento tedesco della mattinata – 2,385 miliardi di euro di decennali assegnati al tasso medio in leggero rialzo a 0,48% – gli investitori si preparano al triplice appuntamento delle aste italiane di fine mese. Si parte oggi con un totale tra 3 e 4,25 miliardi di Ctz e Btp indicizzati a dieci anni, per proseguire venerdì con 6 miliardi di Bot semestrali.

Sul mercato grigio di Mts, il nuovo Ctz ottobre 2019 ha scambiato a -0,08% rispetto al minimo storico di -0,22% del collocamento di settembre sul titolo maggio 2019. Lunedì prossimo 30 ottobre il ministero dell‘Economia metterà a disposizione degli investitori un ammontare tra 7 e 8,5 miliardi di euro nelle riaperture di Btp a cinque e 10 anni insieme al nuovo CctEu aprile 2025.

MPS CHIUDE A 4,55. LA SODDISFAZIONE DI PADOAN

“Il lavoro di questi mesi è stato compreso e apprezzato dai mercati. L‘azionista esprime sostegno al management che deve ora riportare la Banca a produrre utili”. Questa la reazione dello staff del ministero dell’Economia dopo il rientro in Piazza Affari di Monte Paschi. Il titolo ha chiuso a 4,55 euro dopo aver aperto a 4,11 ed esser salito a metà seduta fino a sfondare i 5 euro a metà seduta, con un rialzo di oltre il 28% rispetto al primo prezzo, per poi ripiegare.

BANCHE DEBOLI NEL POMERIGGIO. PRECIPITA INTERMOBILIARE

Il paniere delle banche italiane ha ridotto nettamente i guadagni nel pomeriggio, in sintonia con quello europeo. Salgono Ubi Banca (+0,6%) e Unicredit (+0,6%). Intesa Sanpaolo -0,1%. Fineco -0,51%, a 7,745 euro, su cui Kepler Cheuvreux ha comunque alzato il prezzo obiettivo da 8,2 a 8,5 euro, confermando la raccomandazione buy dopo i risultati del terzo trimestre 2017.

Oltre a Carige (-2,8%), accusano i ribassi più pronunciati le ex popolari Creval (-3,45%), Bper (-1%) e Banco Bpm (-1,7%), declassata a “hold” da Equita, che ne ha azzerato il peso nel portafoglio principale. Sprofonda nel baratro Banca Intermobiliare: -41,56%, a 0,571 euro per azione, dopo che sono stati resi noti i termini della cessione da parte di Veneto Banca a Trinity, società di investimento gestita da Attestor Capital, che poi lancerà un’Opa. “Il prezzo iniziale offerto per il pacchetto di controllo e che sarà lo stesso per l‘Opa – scrive Reuters – pari a 0,22411 per azione, è decisamente inferiore alle quotazioni di Borsa”.

Tra le assicurazioni, Generali +0,8%. Vola Cattolica, promossa a “buy” da Equita, upgrade che le ha meritato un posto nel portafoglio small cap del broker.

FITCH PROMUOVE LEONARDO, FRENA FCA. GIÙ SOGEFI

Fra le blue chip la migliore è stata Leonardo (-1,06%). Fitch ha alzato il rating di Leonardo a ‘BBB-‘, outlook stabile. La decisione riflette il miglioramento del profilo di business e la capacità di recupero conseguente al riposizionamento del portafoglio della società, allontanandosi dalle aree “non core”, come anche i miglioramenti del profilo finanziario, spiega l’agenzia di rating.

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Tra gli industriali arretra invece Fiat Chrysler (-3,23%). Dopo la trimestrale gli analisti di JP Morgan hanno alzato il target price a 14,6 euro dai 10 euro precedenti, confermando il giudizio Neutrale. Deutsche Bank ha rivisto il prezzo obiettivo portandolo a 14 euro da 13 euro.

Sogefi – 9,7%, a 4,29 euro, è uno dei titoli peggiori. In seguito ai risultati trimestrali appena comunicati, Kepler-Cheuvreux ha deciso di tagliare la raccomandazione a Hold da Buy, ritoccando il prezzo obiettivo a 5 euro da 4,80 euro.

FERRAGAMO CONTINUA LA DISCESA, GIÙ MONCLER

I risultati incoraggianti e l‘euforia in borsa di Kering, +8,79% grazie a Gucci non contagiano il settore del lusso quotato italiano. Salvatore Ferragamo lascia sul terreno il 2%, a 21,53 euro, ai minimi dell’anno nel giorno in cui J.P. Morgan ha cambiato le stime e abbassato il prezzo obiettivo a 21,5 da 22,5 euro in vista dei risultati trimestrali. Venerdì si è conclusa la sesta settimana negativa delle ultime sette. La performance positiva da inizio anno si è azzerata ed ora è in rosso del 2%.

Moncler -0,9%. La società del lusso ha presentato ieri i risultati del terzo trimestre. I ricavi sono saliti del 12,4%, anno su anno, a 329 milioni di euro.

Mediaset +0,46%, a 3,054 euro, ha beneficiato della promozione da parte di Mediobanca Securities da neutral a outperform, con prezzo obiettivo che passa da 3,63 a 3,61 euro.

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