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Bce e fondo salva-Stati: dove porta la linea Draghi

Taglio dei tassi, acquisto di bond per abbassare gli spread di Spagna e Italia, nuova immissione di liquidità sul modello LTRO? Quali saranno le prossime mosse della Bce dopo il colpo d’ala di Mario Draghi di oggi a Londra con cui ha detto che lo spread è anche un problema della stessa Bce che, a sua volta, è pronta a fare di tutto per salvare l’euro?

Il primo test è imminente e riguarda la Spagna. Secondo fonti monetarie è prossima la richiesta di Madrid di attivare lo scudo antispread che consentirebbe in tempi brevi al vecchio fondo salva-Stati (Efsf) di acquistare bond spagnoli sul mercato primario, con esborsi meno forti che sul mercato secondario. In cambio la Spagna sottoscriverebbe una serie di impegni ma non vincoli asfissianti come quelli imposti per il salvataggio della Grecia, dell’Irlanda e del Portogallo. In questo caso i bond verrebbero acquistati dal vecchio fondo salva-Stati ma la regia e la valutazione della Bce saranno fondamentali anche in vista del passaggio dal vecchio Efsf al nuovo fondo Esm, se e quando la Corte Costituzionale tedesca si sarà pronunciata sulla sua congruità il 12 settembre.

In tutti questi passaggi e in tutto il processo di transizione da un fondo salva-Stati all’altro e soprattutto in vista del traguardo della licenza bancaria che perfino un falco come il governatore della banca centrale austriaca, Edwald Novotny, mette ormai nel conto per il futuro fondo Esm la regia e il ruolo della Bce saranno decisivi. Del resto, licenza bancaria al nuovo fondo salva-Stati vuol dire accesso alle casse della Bce che gli potrà accordare risorsei illimitate. Attenzione a questo aggettivo cruciale: “Illimitato” vuol dire che le istituzioni europee rispondono alla speculazione e possono fronteggiare ogni evenienza con una potenza di fuoco senza precedenti, mortificando gli appetiti speculativi e probabilmente stroncandoli definitivamente al solo annuncio.

Ma oltre a questa delicatissima supervisione istituzionale e finanziaria la Bce batterà presto i suoi colpi con atti molti concreti. Tra agosto e settembre e, se necessario, Draghi deciderà a maggioranza. La riduzione dei tassi è già in cantiere ma se, per una ragione o per un’altra, i meccanismi farragginosi dei fondi salva-Stati si incepperanno o si allungheranno nel tempo, sarà la Bce ad aggredire l’emergenza e ad intervenire sul mercato secondario per acquistare i bond di Spagna e Italia i ridurre gli spread che distorcono la politica monetaria. Nel novero delle possibilità c’è anche una nuova iniezione di liquidità (una specie di LTRO 3), ma, al di là della strumentazione a cui farà ricorso, è la forza del messaggio salvaeuro di Draghi che fa la differenza e può dare una spallata alla crisi con un ruolo di supplenza rispetto all’inadeguatezza e alla lentezza della politica europea che l’altro SuperMario (Monti) da solo non può cancellare.

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