Oltre alla decisione sul nuovo e inatteso taglio dei tassi d’interesse (che “non è stata unanime”), oggi la Banca centrale europea ha dato il via libera anche a un programma di acquisti di titoli cartolarizzati da prestiti bancari (Abs) erogati a famiglie e imprese non finanziarie. Lo ha annunciato il presidente della Bce, Mario Draghi, nel corso della conferenza stampa tenuta al termine del Consiglio direttivo. Il piano avrà un impatto consistente sul bilancio della Banca centrale assieme alle Tltro, ovvero ai prestiti per un miliardo di euro complessivi a beneficio delle banche ma vincolati alla concessione di prestiti.
Il numero uno dell’Eurotower ha precisato che “le misure varate oggi sono orientate all’allentamento del credito, tuttavia è chiaro che saranno acquistati Abs solo in presenza di garanzie, un po’ come fece la Fed qualche anno fa. Le modalità sono nuove, perché c’è un acquisto diretto di titoli, ma per dieci anni gli Abs sono stati dati in garanzia alla Bce per ottenere prestiti”.
Il board, inoltre, “è unanime” nella determinazione a intervenire ancora contro il rischio che l’inflazione nell’Eurozona rimanga molto bassa per un periodo eccessivamente prolungato, ha ribadito Draghi, rivelando che durante la riunione di oggi “si è discusso anche di un Quantitative Easing”, ossia un piano di acquisti generalizzati di titoli finanziari: “Alcuni membri del Consiglio direttivo hanno messo in chiaro che avrebbero voluto fare di più di quanto deciso, mentre altri avrebbero preferito fare meno”.
Quanto alle prospettive per il prossimo futuro, l’istituto centrale ha rivisto al ribasso le previsioni sull’inflazione dell’area euro per il 2014 dallo 0,7% allo 0,6%, mantenendo invariate quelle per il 2015 (all’1,1%) e per il 2016 (1,4%). Sono state tagliate anche le stime di crescita del Pil 2014 e 2015 (rispettivamente da +1 a +0,9% e da +1,7 a +1,6%), mentre quelle sul 2016 sono state alzate da +1,8 a +1,9%.
“Molti dei dati giunti a partire da agosto hanno mostrato che la ripresa sta perdendo slancio”, ha detto ancora Draghi, sottolineando ancora una volta l’importanza della “riforme strutturali”, perché “non esiste stimolo monetario o fiscale che possa dare effetti in assenza di interventi di legge importanti”, che potrebbero essere varati attraverso una “condivisione della sovranità” dei singoli Paesi con le autorità comunitarie. In ogni caso, solo dopo le riforme si potrà beneficiare dei margini di flessibilità già previsti nei trattati, che ovviamente non implicano “alcun superamento delle regole”.