La Bce è pronta a varare misure non convenzionali. Il board non esclude un ulteriore allentamento della politica monetaria ed è “unanime” nel considerare anche l’uso di strumenti non convenzionali per contrastare i rischi connessi con un periodo troppo lungo di tassi di inflazione troppo bassa. Lo ha detto il presidente Mario Draghi nella conferenza stampa di oggi affermando che l’Eurotower è pronta ad “agire prontamente”. L’ulteriore allentamento della politica monetaria potrebbe passare anche per il quantitative easing, ossia gli acquisti di titoli finanziari. Il consiglio direttivo ne ha discusso durante la riunione così come ha discusso di un nuovo taglio dei tassi di interesse, di una riduzione del tasso sui depositi overnight delle banche e di prolungare l’erogazione a volume illimitato per le aste di finanziamento. “La discussione è stata molto ampia e ricca”, ha detto Draghi precisando che le misure convenzionali non sono esaurite. Il board di oggi ha lasciato i tassi invariati allo 0,25%, il minimo storico, e ha deciso di lasciare fermi anche il tasso marginale allo 0,75% e quello sui depositi a zero.
Draghi ha anche fatto notare che la nostra struttura istituzionale è diversa dagli Usa dove l’effetto del Qe è immediato e diretto sul credito perché la maggior parte del credito confluisce all’economia reale attraverso il mercato dei capitale. Al contrario, in Europa il credito passa attraverso le banche e dobbiamo tenere in considerazione anche questo nel valutare gli effetti del Qe. Un mercato bancario efficiente è più importante in Europa che negli Usa, ha spiegato Draghi, e per questo l’asset quality review sulle banche europee è cruciale per riportare la fiducia. “L’eurozona non può tornare ad una vera e propria crescita senza un settore bancario sano”, ha detto Draghi.
Su come fare Qe ci sono comunque varie opzioni. “Vi sono ovviamente varie preferenze su quale tipo di quantitative easing sia più efficace Continueremo a lavorarci nelle prossime settimane”, ha detto Draghi rispondendo alla domanda su quali titoli finanziari potrebbe comprare. Draghi si è soffermato sulla possibilità di acquistare debiti privati, che in un sistema bancocentrico come l’Eurozona fanno capo agli istituti di credito. Serve, ha detto, rilanciare gli Abs, i titoli garantiti da asset come mutui e prestiti, un mercato congelato dopo la crisi del 2007 e che richiede una revisione della normativa, che al momento non distingue fra gli Abs semplici, quelli più affidabili, e i prodotti estremamente strutturati. Su questo punto, ha detto Draghi, “la Bce presenterà assieme alla Bank of England un paper ai prossimi incontri del Fondomonetario internazionale”.
Sul fronte dei prezzi, la Bce non vede “un aumento dei rischi” che possano portare ad una deflazione. Secondo l’Eurotower la bassa inflazione attuale è dovuta largamente a fattori esterni, con il 70% imputabile ai prezzi energetici e alimentari e si attende una ripresa ad aprile dell’inflazione su base armonizzata, dopo lo 0,5% di marzo, tenendo conto della volatilità dei prezzi nel periodo di Pasqua. Nel corso dell’anno ci si attende che l’inflazione resterà “bassa”, prima di risalire a livelli più vicini al 2% l’anno prossimo. L’Eurotower conferma così la previsione di un “prolungato periodo di bassa inflazione” seguito da una normalizzazione.
Draghi ha comunque aggiunto che “è abbastanza ovvio che il consiglio direttivo sta esaminando questo periodo di bassa inflazione: più si prolunga, più ci sono rischi per le aspettative d’inflazione nel medio e lungo termine”. Una situazione, quella dell’Europa, che ha ribadito Draghi è diversa dalla deflazione riscontrata dal Giappone e su cui “non si vedono rischi al momento”, ma “questo non significa che il consiglio debba restare indifferente”. Questo perché, ha spiegato, “puoi pensare di avere inflazione zero quando in realtà sei già in deflazione”.
Per Draghi è necessario quindi agire d’anticipo. ”La mia grande paura per l’economia dell’eurozona è una protratto periodo di stagnazione più lungo di quello che prevediamo nel nostro scenario di base”, ha detto Draghi sottolineando che la disoccupazione resta molto alta. “Già oggi – ha spiegato Draghi – la situazione di stagnazionedell’Eurozona è grave e i livelli di disoccupazione, anche se in via di stabilizzazione, sono molto elevati e più a lungo restano a questi livelli più si avvieranno a diventare strutturali e, quindi, molto più difficili da abbassare attraverso misure di politicaconvenzionale”. Secondo Draghi contro la sgagnazione sono importantissime le riforme strutturali”.
La Bce ha rilevato che “la ripresa nell’eurozona prosegue ad un passo moderato, come si evince dai dati disponibili” e che “i rischi geopolitici hanno il potenziale per influenzare negativamente” l’economia dell’Eurozona. In chiusura di conferenza stampa è arrivata anche la replica di Draghi al Fmi che ieri ha esortato la Bce a nuove misure: è “molto generoso” con i suoi consigli ha commentato il presidente della Bce.
Spread e Borsa hanno reagito bene alle parole di Draghi: il Ftse Mib ha accelerato al rialzo, +1,33%, e lo spread è sceso a 167 punti e il tasso sul decennale del Tesoro è calato al 3,26%.