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Bce, Draghi: “L’euro forte pesa sull’inflazione, serve ancora il Qe”

La Bce confida nel fatto che l’inflazione risalirà verso il livello obiettivo (appena sotto il 2%), ma al momento l’Eurozona ha ancora bisogno di una politica monetaria accomodante. Lo ha detto il presidente della Banca centrale europea, Mario Draghi, parlando davanti alla commissione affari economici del Parlamento europeo. Draghi ha sottolineato inoltre come l’outlook di medio termine sia offuscato dall’incertezza, che comprende quella legata alla recente volatilità del tasso di cambio dell’euro.

“Nel complesso – ha spiegato Draghi – stiamo diventando più fiduciosi del fatto che alla fine l’inflazione si riporti verso livelli in linea con il nostro target, ma sappiamo anche che è ancora necessario un livello di accomodamento monetario molto significativo perché si materializzi il percorso verso l’alto dell’inflazione. Decideremo più avanti quest’anno sulla ricalibrazione dei nostri strumenti che mantenga il grado di sostegno monetario all’economia della zona euro che è tuttora necessario per completare la transizione a un nuovo percorso di crescita equilibrato caratterizzato da condizioni sostenute di stabilità dei prezzi”.

Il numero uno dell’Eurotower ha poi sottolineato che “l’economia della zona euro ha goduto di 17 trimestri consecutivi di crescita e che le ultime informazioni indicano uno slancio continuato nel periodo davanti a noi”.

Tuttavia, la Bce vede “ancora alcune incertezze rispetto alle prospettive dell’inflazione, in particolare la recente volatilità nel tasso di cambio dell’euro rappresenta una fonte di incertezza che richiede monitoraggio rispetto al suo possibile effetto per la prospettiva di medio termine della stabilità dei prezzi”.

Secondo Draghi, i rischi per la crescita nella zona euro “sono largamente equilibrati, ma nello stesso tempo rischi di peggioramento continuano a esistere principalmente derivati da fattori globali e da sviluppi dei mercati dei cambi”.

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